È in corso una scalata di Borsa di una banca (Unicredit) che intende inglobarne un’altra (Banco BPM), coi rispettivi amministratori che ora si guardano in cagnesco. La prima propone agli azionisti della seconda di scambiare le loro azioni con propri titoli in un determinato rapporto numerico. Ogni risparmiatore deciderà a suo giudizio se accettare o meno l’offerta, per quelle che ha in portafoglio, e non entriamo nel merito di tale scelta.
I problemi sorgono per chi ne possiede indirettamente, cioè quale cliente di un fondo comune. Questa come altre situazioni analoghe danno facilmente adito a conflitti di interessi. La faccenda è un po’ complicata, ma merita approfondire, perché la sua rilevanza va oltre il caso specifico.
Il punto è che, come spiega Marco Vinciguerra, consulente e attento osservatore dei mercati finanziari: “È normale che una banca o altra società finanziaria possa decidere su azioni di proprie concorrenti, possedute in particolare...