Chi compra un Etf passivo sa cosa c’è dentro. Con quelli attivi invece no, perché il gestore può metterci un titolo oppure un altro senza il suo consenso e a sua insaputa, come è normale coi fondi comuni. È meglio invece che il gestore abbia le mani legate.
Migliaia di risparmiatori che avevano un buono fruttifero, già rimborsato, hanno ricevuto una raccomandata da BancoPosta in pratica di questo tenore: “Vi abbiamo accreditato troppi soldi. Ora preleveremo la differenza dal vostro conto”
Nel campo del risparmio e della previdenza le formule diverse da quelle tradizionali di regola sono state escogitate all’unico fine di portare via soldi ai clienti. Fra le novità rientrano certo anche i certificati (o certificates in inglese). Sono titoli complessi, Anche questi sono da rifiutare, con rare eccezioni, quando vengono proposti da banche o sedicenti consulenti.
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I certificati o certificates sono titoli di debito con una componente di derivati. Emessi dalle banche, hanno un valore collegato alle attività finanziarie sottosostanti. Per i risparmiatori sono una novità rispetto ad azioni e obbligazioni. Possono essere più o meno rischiosi, più o meno complessi. Banche e reti li spingono molto.
i Btp Italia 2020-25 in scadenza risultano avere reso il 4,6% annuo lordo composto. I fondi comuni obbligazionari nello stesso periodo praticamente nulla: 0,6% annuo. Come al solito il risparmio gestito dirotta interessi e plusvalenze in tasca a gestori e sedicenti consulenti, lasciando solo qualche briciola ai clienti.
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I fondi pensione sbandierano vantaggi fiscali da cui appare molto conveniente aderirvi. Ma gli stessi dati ufficiali dei costi dimostrano che di regola vale il contrario.
Viene fuori così che con stipendi medio-bassi appare svantaggioso aderire a un fondo chiuso prima dei 48 anni e a un fondo aperto prima dei 60. Gli sbandierati regali del fisco risultano quindi specchietti per le allodole di sindacati, padronato e risparmio gestito per mettere le mani sul Tfr dei lavoratori.
In realtà i risparmiatori non corrono nessun pericolo che l’Ue o lo Stato italiano dirotti a suo piacimento soldi dai loro conti, in banca o alla Posta. Ma converrà stare molto guardinghi nei confronti delle iniziative che presto verranno prese.
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Il professor Scienza, ombudsman dei risparmiatori italiani, ci guida nella scelta del prestito migliore. Quali sono i mutui più convenienti? Ci sono altre formule oltre il fisso e il variabile da considerare per chi ha necessità?
Dalla polizza Fwu Life di un risparmiatore si scopre che il poveraccio in cinque anni ha versato 12.670 euro, di cui 11.730 euro se li sono spartiti la compagnia (9.370) e il venditore (2.360). Sono rimasti circa 950 euro. Quindi ora rischia di perdere solo una piccola frazione dei soldi incautamente investiti. Il grosso l’ha già perso, strangolato dalle clausole contrattuali.
Bisognerà vedere i tassi d’interesse, che saranno resi noti solo al momento dell’emissione. A differenza però dei premi di fedeltà di certi buoni che suonavano un po’ come un’elemosina, un diritto al rimborso quattro anni prima della scadenza è comunque significativo. Potrebbe convenire uscire alla pari da un impiego non più redditizio.
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Perché il governo ha fatto marcia indietro all’ultimo sul silenzio-assenso per i fondi pensione? E cosa è successo allo strumento che dovrebbe aiutare i pensionati dopo il ritorno? Questo tipo di strumenti finanziari portano davvero ai risultati che promettono?
È normale che una banca o altra società finanziaria possa decidere su azioni di proprie concorrenti, possedute in particolare tramite fondi comuni. In altri settori non è così.
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Beppe Scienza, ombudsman dei risparmiatori italiani, critica i corsi degli istituti di credito: «Ci fanno apparire bisognosi di consigli per vendere le polizze»