Dalla polizza Fwu Life di un risparmiatore si scopre che il poveraccio in cinque anni ha versato 12.670 euro, di cui 11.730 euro se li sono spartiti la compagnia (9.370) e il venditore (2.360). Sono rimasti circa 950 euro. Quindi ora rischia di perdere solo una piccola frazione dei soldi incautamente investiti. Il grosso l’ha già perso, strangolato dalle clausole contrattuali.
Bisognerà vedere i tassi d’interesse, che saranno resi noti solo al momento dell’emissione. A differenza però dei premi di fedeltà di certi buoni che suonavano un po’ come un’elemosina, un diritto al rimborso quattro anni prima della scadenza è comunque significativo. Potrebbe convenire uscire alla pari da un impiego non più redditizio.
Intervista su Open
Perché il governo ha fatto marcia indietro all’ultimo sul silenzio-assenso per i fondi pensione? E cosa è successo allo strumento che dovrebbe aiutare i pensionati dopo il ritorno? Questo tipo di strumenti finanziari portano davvero ai risultati che promettono?
È normale che una banca o altra società finanziaria possa decidere su azioni di proprie concorrenti, possedute in particolare tramite fondi comuni. In altri settori non è così.
Intervista su Open
Beppe Scienza, ombudsman dei risparmiatori italiani, critica i corsi degli istituti di credito: «Ci fanno apparire bisognosi di consigli per vendere le polizze»
È scritto educazione finanziaria, ma si deve leggere propaganda per il risparmio gestito. Si tratta in genere di propaganda cosiddetta istituzionale, cioè non del singolo prodotto, ma del tipo di investimento. Il giochetto è semplice: si dissuade dal fai-da-te (titoli di Stato, buoni postali ecc.) e si spinge verso i fondi comuni, le polizze vita, la previdenza integrativa.
Intervista su Open
Le polizze vita per i risparmiatori sono da evitare. Perché il loro nome infonde sicurezza anche se non ne hanno. E in questo colloquio con Open spiega perché non sono sicure come sembra.
polizze dette rivalutabili, vendute a tutto spiano con il supporto dal giornalismo italiano, sottolineando il vantaggio di una redditività abbastanza stabile, sul 2-3% annuo lordo
che però si traduce in una perdita reale in caso di elevata inflazione.
Il buon vecchio TFR ha funzionato in modo egregio in periodi di alta inflazione: +10% di rivalutazione nel 2022 rispetto a perdite medie del fra il 10 e 11% della previdenza integrativa.
A chi ha Btp, Cct, azioni ecc. le banche cercano di appioppare un contratto di consulenza e alcuni addirittura minacciano di chiudere il conto a chi non obbedisce. Il fenomeno è generale, si va da grosse banche come Intesa-Sanpaolo a realtà minori come per esempio Banca Investis. Le tariffe sono pesanti, intorno all’1-1,5% annuo del patrimonio, nell’ordine quindi delle commissioni addebitate da molti fondi comuni.
Intervista su Open
Le tasse hanno azzerato i guadagni di chi ha puntato sull’oro come bene rifugio. A spiegarlo a Open è il professor Beppe Scienza.
La Covip comunica che l’anno scorso gli iscritti sono un po’ aumentati. Il brutto è che nuove adesioni derivano soprattutto da tre meccanismi perversi, perché basati su scelte compiute da altri. Meccanismi che cozzano contro il principio basilare, orgogliosamente enunciato dalla legge-quadro, che esse sono “libere e volontarie”.
In banca ostacolano in ogni modo chi vuole fare da sé. Ecco alcuni suggerimenti su cosa rispondere allo sportello. Pagina proiettata alla conferenza del 3-7-2024 all'Università di Torino.
Qualcosa gira storto nelle linee garantite della previdenza integrativa, cioè quelle destinate ai lavoratori che vi finiscono dentro senza averla scelta.