Ogni anno dal 1992 usciva la ricerca di Mediobanca sui fondi comuni e dimostrava quanto sono dannosi. E' finita: «Affossata l’unica indagine onesta: vincono banche, società di gestione e consulenti» Articolo di Beppe Scienza sul Fatto Quotidiano in edicola lunedì 25 gennaio 2021.
Mazzette di banconote in cassetta in banca. Articoli raffazzonati causano preoccupazioni infondate. Il punto è semmai la loro eventuale provenienza illecita o evasiva. Per il resto uno è libero di conservare dove vuole contanti, oro o altri valori.
L’attuale governo non è intervenuto sulla previdenza integrativa, né tanto meno ha smontato la (pessima) normativa che la regola: il Decreto Legislativo n. 252/2005 e successive modifiche.
Va avanti, senza più intoppi, la procedura per gli indennizzi ad azionisti e obbligazionisti di Banca Etruria, Banca Marche, Veneto Banca, Popolare di Vicenza ecc.
Tutto comincia con una furbata del governo Prodi a fine 2006, in vista del famigerato semestre di silenzio-assenso, studiato per spingere più persone possibile nei fondi pensione.
Inps e fondi pensione. Alcuni credono che gli converrebbe non versare i contributi previdenziali all'Inps e impiegarli invece nella previdenza integrativa.
La nuova normativa per gli indennizzi ad azionisti e obbligazionisti delle banche "fallite" è peggiorativa per vari aspetti.
Molti tengono parecchia liquidità sul conto. Per questo sono accusati di ignoranza, incompetenza e persino di essere socialmente dannosi. Invece è un comportamento non assurdo, dopo tutta l'immondizia rifilatagli da banche e c.d. consulenti.
Sulla stampa economica abbondano pretesi esperti, che prevedono per il 2019 una salita del prezzo dell’oro. Tutte ciance prive di qualsiasi attendibilità. Chi dispone di informazioni significative sull’andamento futuro dell’oro, come qualche governatore di banche centrali, non le spiffera certo ai quattro venti.
“Una decisione politica”, “una porcheria” e peggio: sono i giudizi apparsi in Rete sulla recente sentenza della Cassazione sui buoni fruttiferi postali. Niente di tutto questo. Al contrario: una sentenza giusta e, in quanto tale, prevedibile.
Può stupire, ma fu del tutto regolare la riduzione degli interessi del 1986 per i buoni fruttiferi postali in circolazione. Purtroppo molti risparmiatori sono stati trascinati in cause perse in partenza.
In quanto a previsioni su tassi d'interesse, cambi ecc. faccio mia la battuta di Karl Otto Pöhl, allora governatore della Banca Centrale Tedesca:
«Ich gebe keine Zins- oder Wechselkursprognosen ab, zumindest schon gar nicht für die Zukunft».