Ogni anno dal 1992 usciva la ricerca di Mediobanca sui fondi comuni e dimostrava quanto sono dannosi. E' finita: «Affossata l’unica indagine onesta: vincono banche, società di gestione e consulenti» Articolo di Beppe Scienza sul Fatto Quotidiano in edicola lunedì 25 gennaio 2021.
Una ricaduta positiva della risalita dello spread? Difficile dirlo, perché spesso non è facile comprendere le scelte della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Fatto sta che dal 24 gennaio sono di nuovo disponibili buoni fruttiferi postali (Bfp) indicizzati all’inflazione
Indennizzi per azionisti e obbligazionisti di Banca Marche, Etruria, Popolare di Vicenza ecc. fanno però rabbia al Sole 24 Ore cioè a Confindustria.
Indennizzi per risparmiatori vittime delle banche venete, Banca Marche, Etruria ecc. Decisione sensata del governo, che rallegrerà molti.
Il cattivo consiglio per chi ha oltre 100.000 euro sul conto è di investire di corsa per il rischio di fallimento della banca. Meglio di no.
Fondi pensione e pip non li spingono solo i loro venditori. Purtroppo li consigliano anche alcuni fiscalisti, in buona o mala fede.
I dati sono sempre dell'Ufficio Studi di Mediobanca, che però quest'anno non li ha evidenziati come gli anni scorsi. Eppure essi confermano quanto già visto: il risparmio gestito distrugge ricchezza.
Non insistono solo le banche e altri venditori di investimenti, ma anche fiscalisti, commercialisti ecc. In realtà un versamento nella previdenza integrativa, per ridurre l’Irpef, innesca un meccanismo che mangerà soldi per anni o anche decenni.
Sui Btp Italia i risparmiatori vengono messi in guardia da minacce inesistenti. Si rischierebbe di rimetterci a causa delle cacs (non è vero niente) o appoggiandosi a banche con molti titoli del Tesoro in portafoglio (non c'entra nulla).
Suonano come una delle tante teorie complottiste le accuse agli speculatori per la recente risalita dello spread e calo delle quotazioni dei Btp.
È normalmente il bisogno a spingere le persone a privarsi di gioielli, vendendoli come rottame d’oro. Cioè per il valore del metallo prezioso in essi contenuto e non come monili veri e propri. Si rivolgono così ai famigerati compro oro e gli pare che questi si siano accordati per tenere bassi i prezzi, assicurandosi così alti margini di profitto.
In quanto a previsioni su tassi d'interesse, cambi ecc. faccio mia la battuta di Karl Otto Pöhl, allora governatore della Banca Centrale Tedesca:
«Ich gebe keine Zins- oder Wechselkursprognosen ab, zumindest schon gar nicht für die Zukunft».