Qualche riflessione sugli ultimi BTP Italia ottobre 2020. E una domanda: è diventato più tirchio il Tesoro o più generosa la Cassa Depositi e Prestiti, emittente dei Buoni fruttiferi postali?
Negli anni '60 non si parlava ancora di previdenza integrativa, ma le assicurazioni c'erano già. Commercianti e artigiani subirono perdite reali anche del 60-70%. I maggiori pericoli per il risparmio non sono fallimenti o default, ma l'inflazione, per questo il TFR rimane un'ottimo investimento previdenziale.
Sindacati, gestori ed economisti di regime preferiscono sgolarsi per denigrare il TFR, onde intrappolare più lavoratori possibile nella previdenza integrativa, traendone indebiti vantaggi.
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Gli stessi difetti dell'emissioni precedenti, durata breve, non rivalutazione del capitale e rischio di perdite.
Tabella di confronto su rendimenti di buoni del tesoro e buoni fruttiferi postali. Il riscatto sempre possibile alla pari e la maggiore durata a scelta del risparmiatore (e non dell'emittente!) fanno dei BFP un investimento più sicuro.
Scegliere tra TFR o pensione integrativa dipende da quanto sei disposto a rischiare.
Immobili da evitare, alla larga dai piani d'accumulo. Meglio titoli in valute fuori dall'area Euro e i sempre ottimi Buoni postali.
I tassi d'interesse cosiddetti monetari, da qualche anno sono generalmente negativi in termini reali.
I nuovi Btp Italia presentano diversi difetti e il successo del collocamento (7,3 miliardi di euro) è dovuto ad alcune trovate commerciali.
In quanto a previsioni su tassi d'interesse, cambi ecc. faccio mia la battuta di Karl Otto Pöhl, allora governatore della Banca Centrale Tedesca:
«Ich gebe keine Zins- oder Wechselkursprognosen ab, zumindest schon gar nicht für die Zukunft».