Perché si parla così tanto di un prelievo sui conti correnti? Perché molti, spesso in mala fede, lo presentano come probabile o addirittura certo?
La voragine nei conti pubblici italiani causata dal Coronavirus non sarà colmata da una qualche forma di rientro di capitali dall’estero, un nuovo scudo fiscale e condoni vari.
Il debito pubblico italiano salirà moltissimo col coronavirus. Molti temono un'imposta, addebitata nottetempo, come quella del Governo Amato nel 1992
Fondi pensione e pip non li spingono solo i loro venditori. Purtroppo li consigliano anche alcuni fiscalisti, in buona o mala fede.
Non insistono solo le banche e altri venditori di investimenti, ma anche fiscalisti, commercialisti ecc. In realtà un versamento nella previdenza integrativa, per ridurre l’Irpef, innesca un meccanismo che mangerà soldi per anni o anche decenni.
È normalmente il bisogno a spingere le persone a privarsi di gioielli, vendendoli come rottame d’oro. Cioè per il valore del metallo prezioso in essi contenuto e non come monili veri e propri. Si rivolgono così ai famigerati compro oro e gli pare che questi si siano accordati per tenere bassi i prezzi, assicurandosi così alti margini di profitto.
Banche e sedicenti consulenti cercano di piazzare alcuni certificati a chi ha minusvalenze fiscali. Ma in particolare i certificati c.d. cash collect sono molto pericolosi
C'è chi pensa di portare i risparmi all’estero, temendo il crac dell’Italia, l’uscita dall’euro, prelievi forzosi ecc. Così è tornata in auge una trovata dei tempi dell’ultimo scudo per i capitali all’estero (2009)
Chi ha un conto in valuta estera può incappare in antipatiche sorprese fiscali a causa di una normativa pochissimo nota.
A breve sono vent’anni di imposte sui guadagni di Borsa, più noti come capital gain. A tassarli ci aveva già provato il ministro Rino Formica, ma fu un esperimento durato un solo anno (1992).
In quanto a previsioni su tassi d'interesse, cambi ecc. faccio mia la battuta di Karl Otto Pöhl, allora governatore della Banca Centrale Tedesca:
«Ich gebe keine Zins- oder Wechselkursprognosen ab, zumindest schon gar nicht für die Zukunft».