Ogni anno dal 1992 usciva la ricerca di Mediobanca sui fondi comuni e dimostrava quanto sono dannosi. E' finita: «Affossata l’unica indagine onesta: vincono banche, società di gestione e consulenti» Articolo di Beppe Scienza sul Fatto Quotidiano in edicola lunedì 25 gennaio 2021.
L’attuale governo non è intervenuto sulla previdenza integrativa, né tanto meno ha smontato la (pessima) normativa che la regola: il Decreto Legislativo n. 252/2005 e successive modifiche.
Gestione professionale del risparmio. Bello, vero? Ci sono quei poveri dilettanti dei risparmiatori, le persone normali che impiegano quanto riescono a mettere da parte. E poi i professionisti, i money manager, i private banker ecc.,
Un breve riassunto a scanso di equivoci: i tanti motivi «Perché la previdenza complementare è rischiosa e non conviene»
I bambini sono le nuove prede dell’industria della previdenza integrativa. E sono le prede ideali, perché i soldi ingenuamente versati a loro nome da genitori, nonni ecc. resteranno bloccati sotto il controllo di altri per oltre mezzo secolo
Costi pesantissimi e rischi notevoli, ma ben nascosti da formulazioni oscure: il piano pensionistico Generafuturo è un tipico prodotto pseudo-previdenziale.
Non versare soldi entro fine anno in un prodotto previdenziale, il regalo del fisco lo intasca il risparmio gestito, non i contribuenti. Facile che i costi superino i vantaggi fiscali.
Nessuno crede davvero alla previdenza integrativa. Neanche gli iscritti o aderenti: infatti scelgono in massa in capitale (che non è una forma previdenziale) anziché la rendita.
La Fim-Cisl vuole cambiare l'art. 38 della Costituzione Italiana: provvedere alle pensioni non spetta più allo Stato, bensì ai fondi sindacal-padronali.
Varie cose lasciano perplessi nel contratto di lavoro dei metalmeccanici, non solo la spinta alla previdenza integrativa. Ma anche sui buoni pasto in generale c'è da qualcosa da dire.
Notizie Tiscali ha chiesto a Beppe Scienza di spiegare a voce perché sono falsi (e gonfiati) i rendimenti dei fondi pensione pubblicati dal Sole 24 Ore in prima pagina:
In quanto a previsioni su tassi d'interesse, cambi ecc. faccio mia la battuta di Karl Otto Pöhl, allora governatore della Banca Centrale Tedesca:
«Ich gebe keine Zins- oder Wechselkursprognosen ab, zumindest schon gar nicht für die Zukunft».