Corriere della Sera: esegesi dell'inganno. Possiamo scommettere che col nuovo direttore non cambierà nulla: il quotidiano di Intesa-Sanpaolo e altri continuerà a promuovere in modo subdolo risparmio gestito e previdenza integrativa.
Molti giornali hanno scritto "Fondi pensione battono 7 a 1 il TFR". E' falso, ma è l'organo di vigilanza stesso (Covip) che abbellisce i risultati, persino in Parlamento"
I soldi nei fondi pensione, casse professionali, polizze ecc. fanno gola: perché non usarli come bancomat per opere pubbliche (Tav ecc.) e aziende in difficoltà? Questo propone una mozione parlamentare firmata da Psi, Pd, Forza Italia, Scelta Civica, Pli.
L'aumento dell'imposta sui fondi pensione e p.i.p., che in origine era l'11% e la legge finanziaria porta al 20%, può avere ricadute positive per chi vi versa soldi. Cioè indurlo a non versarne più.
L'anticipo del TFR proposto da Renzi entra in concorrenza con la previdenza integrativa. Si ridurrebbe la torta che ora si spartiscono sindacalisti, funzionari di associazioni padronali, assicuratori, gestori, economisti legati al mondo finanziario-bancario ecc.
La previdenza integrativa, in mano all'industria parassitaria del risparmio gestito, è poco trasparente e costosa. La Covip che è l'organo di vigilanza contribuisce a peggiorare le cose.
Con la circolare n. 3904 del 13-6-2014 La Covip mira a facilitare l'impiego dei soldi dei fondi pensione in investimenti quali i fondi immobiliari, che sono il peggio del peggio per assenza di trasparenza e rischi di malversazioni.
Negli anni '60 non si parlava ancora di previdenza integrativa, ma le assicurazioni c'erano già. Commercianti e artigiani subirono perdite reali anche del 60-70%. I maggiori pericoli per il risparmio non sono fallimenti o default, ma l'inflazione, per questo il TFR rimane un'ottimo investimento previdenziale.
Beppe Scienza ospite di Giulia Cazzaniga all'AnteprimaWeb dell'UltimaParola del 25 gennaio 2013, interviene su redditometro, uso del contante, riserve auree, usura bancaria, previdenza ecc.
Il regolamento autorizza di fatto quasi il 40% di titoli non quotati, per esempio cattive obbligazioni bancarie, e permette il 20% in fondi chiusi o in fondi speculativi (o hedge). Tutte cose che cozzano con ogni finalità previdenziale.
Ma Beppe Scienza, docente di Metodi e modelli per la pianificazione finanziaria all’Università di Torino, mette in guardia i lavoratori dalle facili illusioni e dalle sirene che spingono in un’unica direzione.