Beppe Scienza ospite di Giulia Cazzaniga all'AnteprimaWeb dell'UltimaParola del 25 gennaio 2013
Riguardo al Redditometro Beppe Scienza evidenzia i problemi che potrebbero derivare da acquisti fatti con i risparmi o utili dei risparmi, tassati alla fonte, se il redditometro venisse utilizzato senza buon senso. Starebbe poi al risparmiatore dover attivarsi per provare la provenienza delle entrate straordinarie?
Su banche e usura ricorda come si stia avverando quanto denunciato in un precedente intervento proprio a L'ultimaparola nella puntata del 5 ottobre 2012, e cioé che il meccanismo per cui si determina il tasso soglia oltre il quale si tratta di usura, permette che questo possa essere alzato senza limiti.
Difende l'uso del contante che "non è assolutamente una battaglia di civiltà" come sostiene Sabattini, direttore generale dell'ABI, ma un comodo ed economico strumento di pagamento, peraltro in uso da millenni. Che però sottrae due grossi vantaggi alle banche, i guadagni da commissioni e la possibilità di finanziarsi a tasso zero con le somme in deposito sui conti corrente.
Risponde a domande dallo studio e dalla rete, sui temi classici trattati nei suoi libri e articoli, previdenza integrativa, investimenti ecc..
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I risultati di fondi pensione e piani individuali pensionistici (Pip) sono disastrosi, a conferma che possono tutt’al più servire come forma di elusione fiscale, per altro con molti rischi. La loro diffusione è frutto di illusioni e malintesi.
Ce n’è abbastanza perché un risparmiatore si chieda quanto sono al sicuro i soldi sui conti correnti, libretti e conti deposito. Per tranquillizzare i lettori c’è il fatto che il sistema vuole assolutamente evitare che i clienti delle banche si trovino coi conti bloccati o peggio.
Una delle tante storture delle cosiddette pensioni di scorta o come altrimenti la pubblicità si premura di chiamarle. Non è agganciato all’inflazione nessuno dei fondi pensione, piani previdenziali o assicurazioni sulla vita, sottoscritti dai risparmiatori italiani.
fino a poco fa giornalisti economici, sedicenti consulenti finanziari, pretesi esperti di investimenti irridevano chi teneva parecchia liquidità senza investirla, bollandolo di analfabetismo finanziario e parlando con disprezzo di soldi fermi sul conto. I fatti dimostrano che stupido non era.
Se uno si scorda di soldi che ha? È giusto confiscarglieli come a un delinquente? È la sorte di non pochissimi risparmiatori, dimenticatisi di un titolo di Stato, un buono fruttifero oppure altro, per distrazione o magari anche per spiacevoli deficit di lucidità
Circa 1.100 miliardi parcheggiati in banca dai risparmiatori fanno gola a chi vuole arricchirsi a loro spese. Riuscissero a dirottarne anche solo un terzo nel risparmio gestito, potrebbero sottrargli (legalmente) qualcosa come dieci miliardi di euro l’anno.