Come hanno reagito i risparmiatori incassando le ultime cedole di interessi dei Btp Italia? Molti con commenti del tipo: “Ho sbagliato a fidarmi dello Stato” o più brutalmente “Sono una banda di ladri”. In effetti qualcosa sembra non quadrare a fronte dell’ultima cedola del 2,2% per i Btp Italia 28-6-2030. Per cominciare è molto più bassa di quella del 5,0% di maggio di un titolo molto simile; e in un mese l’inflazione non è mica scesa così tanto!
Ma soprattutto, facendo qualche conto, è facile concludere che la cedola semestrale di fine giugno 2023 doveva essere maggiore. Infatti è acclarato che per quel mese l’inflazione tendenziale è stata del 6%. Facendone la metà - soli sei mesi d’interessi anziché un anno - e aggiungendo la maggiorazione fissa si arriva al 3,8% e non al 2,2%
Chi ha intascato la differenza? Nessuno, perché in realtà non c’è stato nessun imbroglio. È vero che molti politici italiani rubano, ma qui questo non c’entra. C’entrano piuttosto i meccanismi dei titoli reali, cioè di Btp Italia, Btp-i, Oat-ei e simili, inesorabilmente complessi. La cedola apparentemente avara non sembra più tale, se uno considera che nel primo semestre 2023 i prezzi sono rincarati complessivamente solo dello 0,3%. Insomma, sembrerà strano, ma mediamente il costo della vita è rimasto quello di dicembre. Il tasso tendenziale del 6% del giugno 2023 si riferisce ai dodici mesi precedenti ed è tenuto alto da quelli di alta inflazione dell’anno scorso, in particolare dall’ottobre 2022 che da solo ha significato un aumento dei prezzi del 3,3%.
A confondere le idee concorrono poi commenti sballati, ricorrenti su giornali e online, dove si leggono baggianate quali: “Brutte notizie per i risparmiatori: sono scese le cedole dei Btp Italia”. Ma in casi simili la discesa degli interessi nominali è una notizia neutra, sostanzialmente né buona né cattiva, per chi ha investito in tali titoli. Non conta infatti il rendimento nominale, ma quello reale, che varia poco al crescere o diminuire dell’inflazione, perché è depurato da essa. Addirittura aumenta un pochino quando essa scende, per motivi fiscali. I Btp Italia furono emessi per garantire cedole allineate all’inflazione del periodo: così è stato e così sarà.
Per la serie “Sicuri ma complicati” è opportuno parlare anche dei buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione, che parecchi si rallegrano di avere sottoscritto. Consultando il sito delle Poste, vedono però un valore alla scadenza inferiore a quello attuale e si chiedono se convenga riscattarli subito. In realtà il sito riporta il rimborso minimo garantito. Che scatterà però solo se i prezzi ritornano al punto di partenza, per esempio al 2019 per le ultime emissioni. Quindi la benzina di nuovo a 1,50 euro a litro e così via: una prospettiva molto improbabile. In generale non è sbagliato aspettare la naturale scadenza.
Beppe Scienza