Articolo sul Fatto Quotidiano del 13-11-2017 pag. 22
Oggi il Tesoro offre in sottoscrizione nuovi Btp Italia 2017-23, titoli indicizzati all’inflazione italiana. L’offerta per i privati durerà tre giorni, salvo chiusura anticipata. Tuttavia non è il caso di affannarsi per prenderli. Mica in quanto siano robaccia. Assolutamente no. Il punto è un altro
Investire al volo proprio in questi titoli è una questione secondaria. I vantaggi della sottoscrizione entro domani o dopodomani, sono poco rilevanti. Il premio per chi li terrà fino alla scadenza è trascurabile: 0,06% annuo netto. Anche evitare le commissioni d’acquisto significa poco, stante la possibilità di comprimerle ormai a livelli bassissimi con alcuni intermediari on line (Directa, Binck Bank ecc.)
La decisione vera è a monte: conviene agganciare al costo della vita quanto si accantona, in particolare per la vecchiaia? O comunque almeno una parte, in un modo o nell’altro? Per un risparmiatore prudente la cosa ha indubbiamente senso. Ma non perché si sentono alcuni pretesi esperti parlare di una prossima ripresa dell’inflazione. Sono giudizi senza nessun valore. È pura presunzione, o peggio, formulare previsioni sugli andamenti dei prezzi a distanza di anni o addirittura lustri
Proprio perché sono imprevedibili i livelli futuri delle variabili economiche, fra cui il tasso d’inflazione, il buon padre di famiglia fa bene a cautelarsi. E come? Per cominciare tenendo stretti i due specifici strumenti più sicuri che esistano, in quanto non esposti ai rischi dei prezzi di mercato. Ovvero il TFR e i buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione. Però il primo esiste solo all’interno di rapporti di lavoro dipendente e l’ultima emissione dei secondi è del febbraio 2016
Accessibili a tutti sono invece i titoli di Stato indicizzati all’inflazione. Emessi dal Tesoro e quotati, ci sono diversi Btp Italia, fra cui ovviamente questi ultimi, e parecchi Btp-i indicizzati ai prezzi dell’eurozona. Alcuni di questi offrono una durata e quindi una difesa a scadenza del potere d’acquisto decisamente lunga, anche fino al 2041. Per gli iperprudenti ci sono poi i prestiti della Germania, come il Bundei 0,5% 15-4-2030
Non offrono invece nessuna tutela del potere di acquisto né le polizze vita di qualsivoglia genere, né i fondi pensione aperti o chiusi, né i piani individuali pensionistici (pip). Insomma tutta la previdenza integrativa. E infatti c’è chi in termini reali ha perso anche il 67% dei soldi versati