La Repubblica, 28-11-2011, Affari & Finanza, p. 19
Un mondo di lupi. Ormai uno deve stare sul chi vive non solo in banca o coi venditori porta a porta, ma anche alla Posta. Né basta sapersi difendere dalle insistenze di chi spinge fondi comuni, obbligazioni strutturate, polizze vita ecc. Bisogna diffidare pure dei consigli che si ricevono nell'ambito protetto dei buoni fruttiferi postali. Si tratta infatti di titoli il cui valore comunque non scende mai, garanzia che altrimenti offrono solo libretti di risparmio, conti correnti e conti deposito.
Una domanda d'obbligo. Parlando di buoni fruttiferi, non si può ignorare la domanda che moltissimi si pongono: "Se l'Italia fallisce, verrebbero anch'essi coinvolti nel crac?". Al che una prima risposta sarebbe che sono più sicuri dei titoli del Tesoro, perché godono di una duplice garanzia. Quella dello Stato, ma ancor prima quella dell'emittente, la Cassa Depositi e Prestiti. Come escludere però che un'ipotetica insolvenza dell'Italia avrebbe ripercussioni su tutto il reddito fisso italiano, sui buoni postali come sulle obbligazioni delle banche italiane? Per fortuna una bancarotta dello Stato resta però molto improbabile.
Ma se il risparmiatore postale può non preoccuparsi tanto di tale pericolo, a qualcosa deve invece prestare attenzione. Nei mesi scorsi la Posta ha infatti ampliato la sua offerta di titoli della Cassa Depositi e Prestiti spa e agli sportelli vengono caldeggiati proprio i nuovi titoli.
Novita di Bancoposta. Da agosto vengono emessi i buoni Diciottomesi Plus. Non che siano bidoni, ma un risparmiatore prudente fa male a prenderli. Deve infatti aspettare un anno e mezzo per riscuotere un interesse, che è complessivamente pari al 3,8% netto (corrispondente circa al 2,5% annuo composto), e altrimenti niente se li riscatta prima.
Uno si potrebbe anche accontentare, se non avesse l'alternativa dei buoni fruttiferi decennali indicizzati all'inflazione offerti in contemporanea (serie J18). Attendendo ugualmente 18 mesi per interessi e rivalutazione, si troverà con un guadagno complessivo del 5,5% netto, pur ipotizzando che un ritorno del costo della vita al 3% annuo. Perché ci rimetta bisogna che l'inflazione scenda all'1,8%, il che francamente appare improbabile. Né deve spaventare la durata molto maggiore, perché è un vincolo solo per l'emittente, non per il risparmiatore che può riscattarli ogni momento.
Tre per quattro. Più complesso l'ultimo parto della Cassa Depositi e Prestiti, che dal 24 ottobre emette i buoni 3x4, così battezzati perché fruttano interessi solo passati tre anni dall'emissione, poi di nuovo solo dopo un altro triennio e così via in tutto quattro volte. Anche questi vengono spinti dagli impiegati delle Poste con tanta convinzione.
Qui i confronti sono meno immediati. Basti dire che ho sottoposto il problema ai miei studenti, che pure frequentano l'ultimo anno della laurea magistrale in matematica, e alcuni non hanno trovato la soluzione giusta. Tenuti sino alla fine, i buoni 3x4 daranno di più dei buoni ordinari (serie B85): circa il 15% complessivo netto. Anche in caso di riscatto si otterrà sensibilmente di più o pochissimo meno, purché siano passati almeno sei anni dalla sottoscrizione.
Il problema, si fa per dire, sono sempre i buoni postali indicizzati all'inflazione. Si può infatti valutare che daranno di più dei 3x4 con un'inflazione sopra il 2,8%, quindi non tanto alta. Ma soprattutto incorporano una difesa del potere d'acquisto dei propri risparmi che tutti gli altri buoni fruttiferi non offrono.
buono fruttifero postale | BFP Diciottomesi Plus | BFP 3x4 |
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data di nascita | 1-8-2011 | 24-10-2011 |
emissione di novembre | serie Z04 | serie T02 |
durata massima | 1,5 anni | 12 anni |
periodo con interessi sospesi | 18 mesi meno un giorno | 3 anni meno un giorno |
rendimento annuo a scadenza | 2,90% lordo
2,54% netto |
3,90% lordo
3,49% netto |
però convengono solo con… | inflazione sotto 1,8% | inflazione sotto 2,8% |
I buoni a 18 mesi Plus pagano una cedola alla scadenza, ma non rendono nulla se riscattati prima. Invece i buoni 3x4 sono stati così battezzati perché fruttano interessi solo allo scadere di ogni triennio e dunque 4 volte nell'arco della loro vita.
Entrambi rendono più dei buoni fruttiferi ordinari, a fronte di un periodo più lungo con gli interessi congelati.
Restano però preferibili i buoni indicizzati all'inflazione (serie J18 di novembre), salvo scommettere su un crollo dell'inflazione (
Il confronto è complesso e due file in Excel sono scaricabili qui sotto