Articolo sul Fatto Quotidiano del 19-8-2019 pag. 17
Il decalogo è un genere letterario, in effetti alquanto insulso. Una serie di consigli su qualche argomento viene suddivisa in dieci punti, di regola con varie forzature. Fatto sta che essi abbondano sulla stampa e in Rete. In particolare non mancano i decaloghi per gli investitori. La stessa Consob ne ha predisposti addirittura due. Cioè proprio l’ente rivolto alla tutela degli investitori. Ma a leggerli, cadono le braccia: banalità, frasi fatte, semplificazioni sconcertanti, contraddizioni e sbrodolature. Critiche troppo forti? Riportiamo alcune perle dei due decaloghi, denominati “Azzarita_2018_1.ppsx” e “Dec_Kennedy.ppsx”, invitando il lettore a visionarli lui stesso.
Il “Decalogo per il buon investitore”, a firma Riccardo Rossi e altri quattro, la prende alla lontana. Inizia con “Progetta il tuo stile di vita”, che rimanda ad ardue scelte esistenziali per chi si domanda solo se comprare qualche Btp. Abbondano frasi che suonano bene e non servono a nulla, del tipo: “Agire consapevolmente in modo ponderato e riflessivo”, né manca la solita tiritera trita e ritrita - e infondata - sul rischio-rendimento. In compenso neppure un’indicazione concreta, quale sarebbe per esempio quella di mantenere almeno parte dei propri risparmi in titoli indicizzati all’inflazione.
La diapositiva 8 consiglia i “fondi pensione” quando appena prima la diapositiva 7 riportava: “Assicurati che il capitale investito possa essere trasformato in liquidità in qualsiasi momento”, cosa che non vale affatto per la previdenza integrativa. Mettetevi d’accordo!
Il “Decalogo dell’investitore”, a firma Viola Proietti e altri sette, è anche peggio. Leggiamo che “un buon investitore dovrebbe affidarsi a un consulente che ci aiuti a gestire bene i nostri investimenti”. A parte la sintassi raffazzonata, ciò significa spingere il risparmiatore nelle braccia di chi in Italia è di regola un bancario o un venditore porta a porta.
Invita poi, prima di investire, ad “analizzare accuratamente i mercati e le aziende quotate in borsa”, che un’impresa che impegnerebbe un esperto per mesi e mesi. Come alternative indica solo “fondi di liquidità, fondi di settore e Stati/valute”.
Quasi non bastasse, appaiono espressioni inglesi incomprensibili ai più, come cold calling. Nel gergo delle reti di vendita a domicilio si chiama in questo modo la telefonata a uno sconosciuto, per agganciarlo come cliente. Così abbiamo capito da quale ambiente provengono i preziosi consigli (interessati).
Beppe Scienza