Intervista di PierEmilio Gadda a Beppe Scienza su OF-Osservatore Finanziario del 19-2-2009.
Chi sono i "risparmiatori traditi"?
Quali sono i prodotti d’investimento più sicuri?
È meglio puntare su buoni fruttiferi, Bot o Pronti Contro Termine?
In questa intervista, Beppe Scienza, docente di Metodi e modelli per la pianificazione economica presso l’Università degli Studi di Torino, punta il dito contro i prodotti più rischiosi, e parla di fondi comuni, depositi, e obbligazioni Lehman...
Of: Prof. Scienza, è uscita la nuova edizione de “Il risparmio tradito”, con la guida “Come salvare i propri soldi” (vedi indice generale qui). Chi sono i risparmiatori traditi?
I clienti del risparmio gestito e i poveracci che hanno trasferito il loro TFR nella previdenza integrativa. Solo in seconda istanza gli obbligazionisti per esempio della Lehman Brothers.
Of: Molti analisti si giustificano dicendo che era impossibile prevedere il fallimento della grande banca d’affari…
Ma non si potevano ignorare i rischi. Già a fine 2003, nella prima edizione del mio libro “Fondi, polizze e Parmalat. Chi è peggio?”, confrontavo due prestiti indicizzati all’inflazione, uno della Francia e uno della Lehman Brothers…
Of: Non mi dica che lei aveva previsto…
Certo che non l’avevo previsto, però scrivevo e riportavo nel mio sito: “Badare al rating dello Stato francese è superfluo: alla scadenza la Francia esisterà e pagherà puntualmente i suoi debiti. Che i fratelli Lehman nel 2013 esisteranno ancora, come società, è invece incerto”…
Of: I fatti le hanno dato ragione…
Onestamente avrei potuto citare anche Merrill Lynch, per esempio. Il mio era un discorso sul rischio: io sono un matematico finanziario, non un aruspice o un chiaroveggente.
Of: Resta il fatto che…
Chi aveva senso critico, già allora si rendeva conto dell’inaffidabilità del rating, tanto apprezzato da molti gestori, venditori e pretesi esperti…
Of: Ma cosa devono fare i risparmiatori adesso? Molti si stanno buttando sui prodotti di liquidità: conti e certificati di deposito, pronti contro termine…
Distinguiamo. Una cosa sono i depositi a vista, come conti correnti e libretti di risparmio…
Of: Un’altra gli investimenti a scadenza, come i certificati di deposito o i pronti contro termine…
Soltanto i primi sono a tutti gli effetti prodotti liquidi, cioè immediatamente convertibili in denaro contante.
Of: Cosa consiglia a chi vuole mettere a frutto i propri risparmi senza correre rischi?
Depositi postali e bancari sono certamente i più sicuri…
Of: Per quale motivo?
Quelli postali, perché garantiti dallo Stato. Quelli bancari perché esistono due fondi di tutela che coprono fino a circa 103 mila euro a testa per ogni depositante e per ogni singola banca. Un fondo per le banche ordinarie e uno per le banche di credito cooperativo (BCC). Ma la vera garanzia è di natura politica…
Of: Politica in che senso?
Nel senso che esiste una volontà ferrea dei governi europei, e non solo, di non lasciar fallire nessuna banca. Si vuole evitare la corsa agli sportelli.
Of: Poi ci sono i pronti contro termine…
Che sono illiquidi e non coperti da nessun fondo di tutela.
Of: Infatti si dice che siano prodotti, almeno in linea teorica, più rischiosi. È così?
Il crac di una banca italiana resta un rischio molto remoto. Comunque i pronti contro termine sono un prodotto bizzarro, diffuso per ragioni di elusione fiscale …
Of: Perché?
Tutto il marchingegno serve soprattutto a limitare il prelievo sugli interessi al 12,5%, aggirando l’imposte del 27% sui depositi vincolati.
Of: Quindi i pct sono più convenienti, da questo punto di vista…
Resta il fatto che i pronti contro termine rendono meno di molti conti di deposito anche al netto delle imposte. Personalmente non ne ho mai stipulati: non mi piacciono gli strumenti illiquidi, anche se sono brevi, perché ti bloccano fino alla scadenza.
Of: E chi ha sottoscritto delle quote di fondi comuni, cosa deve fare? Riscattarli e spostarsi sulla liquidità?
Io suggerisco di disinvestire da qualunque genere di fondo comune o gestione in fondi.
Of: Per quale motivo?
I fondi comuni d’investimento non sono trasparenti.
Of: Eppure c’è chi dice che, all’interno del risparmio gestito, siano i prodotti più trasparenti…
È una frottola. Non basta pubblicare tutti i giorni il valore della quota. E ci mancherebbe altro! Trasparenza significa permettere al risparmiatore di conoscere tutte le compravendite.
Of: Ci sono alcuni fondi d’investimento etici che, a dire il vero, pubblicano l’elenco dei titoli in portafoglio…
Ma solo quello, non quali e quanti titoli sono stati comprati, quando e a che prezzo.
Of: Ma esistono prodotti d’investimento più trasparenti?
Con le gestioni patrimoniali in titoli si riceve questo tipo di informazioni. Ma adesso se ne fanno poche…
Of: Perché?
Sia per comodità, sia per evitare le cause che i clienti intentavano, quando scoprivano irregolarità nelle operazioni. Coi fondi comuni e coi fondi pensione le malversazioni non si possono scoprire.
Of: Insomma, in questo momento i prodotti di liquidità rappresentano un’opportunità…
Se l’obiettivo è un investimento senza rischi di perdita in termini nominali, allora vanno bene solo i depositi a vista e i buoni fruttiferi postali. Poi ci sono naturalmente i Bot, ma rivendendoli dopo pochi giorni ci si rimette per le commissioni…
Of: Ma rendono anche poco: i titoli trimestrali ormai danno l’1,206% lordo…
Se i tassi sono bassi, anche i rendimenti dei Bot sono bassi: c’è poco da fare…
Of: Si possono fare previsioni? Quando si riprenderanno i mercati?
Come le ho già detto, sono un matematico finanziario e non negromante…
Of: Il futuro è incerto…
Sì, ma guardi…il futuro è sempre incerto…
Of: Magari oggi lo è anche di più…
Non credo. La sola differenza è che oggi più persone ne sono consapevoli. Questo è un bene.