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Il risparmio tradito ® a cura di Beppe Scienza
Perché evitare risparmio gestito e previdenza integrativa

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Il risparmio tradito ®

Fondi comuni. Affossata l’unica indagine onesta: vincono banche, società di gestione e consulenti

Articolo di Beppe Scienza sul Fatto Quotidiano di lunedì 25 gennaio 2021 a pag. 13

Il colpevole si chiama Fulvio Coltorti. Ora insegna all’Università Cattolica di Milano, ma prima ne ha combinate delle belle. È lui che ha seminato e poi pervicacemente coltivato, nel giardino di Mediobanca, la mala pianta della ricerca onesta e coraggiosa anche per il fenomeno del risparmio gestito. A capo dell’ufficio studi, iniziò nel 1992 a pubblicare un’indagine sui fondi comuni d’investimento italiani, che ovviamente ne uscirono con le ossa rotte, essendo lo studio serio, approfondito e soprattutto non taroccato.

Andò avanti così circa per un quarto di secolo, con Gabriele Barbaresco e Matteo Pizzingrilli subentrati poi a Coltorti nella prosecuzione della ricerca. E ogni anno uscivano dati e confronti infamanti per la gestione cosiddetta professionale del risparmio, fra cui la conferma che sul lungo periodo i fondi avevano reso meno degli stessi banalissimi Bot.

È ovvio che a banche, gestori e promotori tutto ciò desse fastidio. Per giunta non si raccapezzavano di come potesse accadere, abituati a finti uffici studi, bravi solo a produrre materiale promozionale. Inizialmente Assogestioni provò anche a contestare la metodologia dell’analisi, senza produrre però nessuna obiezione valida.

Ci limiteremo a citare dalla “Indagine sui fondi e sicav italiani (1984-2013)” espressioni quali: "una distruzione di valore pari a circa 86 miliardi di euro nell’ultimo quindicennio" e, rincarando la dose, "la distruzione di ricchezza [...] aumenta a 155 miliardi" tenendo conto del premio al rischio. Oppure dall’aggiornamento di tre anni dopo: "l’industria dei fondi continua a rappresentare – in un orizzonte temporale di lungo periodo - un elemento distruttivo di ricchezza per l’economia del Paese". Cioè la pura e semplice verità, arcinota a tutti gli esperti del settore. Ma non al largo pubblico dei risparmiatori, a causa dell’inadeguatezza e delle connivenze del giornalismo economico italiano.

Se milioni di italiani si ritrovano con meno risparmi, in particolare ora a fronte dell’emergenza Covid, ciò è conseguenza anche del ruolo parassitario esercitato dall’industria del risparmio gestito dal 1984, inizio della sua espansione.

In occasione delle due edizioni più recenti, l’ultima è di un anno fa, Mediobanca cercò di correggere il tiro, affiancando alla ricerca vera e propria alcuni riassunti dove il risparmio gestito non sfigurava, grazie a scelte tendenziose dei periodi considerati. Una furbizia che il Fatto Quotidiano prontamente smontò.

Poi finalmente la decisione eroica: non vedrà mai la luce l’aggiornamento delle statistiche a fine 2019, che era atteso in questo mese. Banche, società di gestione e sedicenti consulenti l’hanno avuta vinta. E nessun altro giornale ha informato né - ci scommetto - informerà i lettori dell’affossamento dell’unica indagine sistematica e onesta sui fondi comuni d’investimento italiani, da anni estesa anche ai fondi pensione.

Beppe Scienza


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L'indagine di Mediobanca su fondi comuni, fondi pensione italiani, evidenzia una distruzione di valore pari a circa 86 miliardi di euro nell’ultimo quindicennio, quattrini portati via ai risparmiatori e finiti nella tasche di venditori, gestori, intermediari ecc. La ricerca è frutto dell'iniziativa e dell'impegno di Fulvio Coltorti, un economista onesto e competente, per decenni responsabile dell'area studi del gruppo Mediobanca.

La maggior parte delle commissioni non serve a compensare il modesto lavoro dei gestori, ma l’attività ben più importante dei venditori: tenere buoni i clienti quando perdono e soprattutto convincerli ad agire contro i propri interessi, affidandosi al risparmio gestito.

I venditori di fondi spingono a più non posso i clienti nei fondi azionari, per potergli addebitare commissioni più alte, che il rendimento sia positivo o negativo.

Una formula insulsa come assicurazione, rifilata in modo massiccio ai risparmiatori, perché buona per addossargli commissioni e rischi. Peggiore per i clienti e quindi migliore per banche e promotori.

Lo si vede che ora anche il Gruppo Mediobanca vende fondi! Alle analisi (corrette) dell’ufficio studi aggiornate a fine 2018 affianca confronti tendenziosi. Gli unici poi riportati da Corriere della Sera ecc.

L’Italia è proprio un paese anormale. Le rare analisi che smascherano gli altarini del risparmio gestito arrivano soprattutto da una società privata, cioè da Mediobanca.

Beppe Scienza, in Danni del risparmio gestito

L'ultimo libro di Beppe Scienza
Ponte alle Grazie, 204 pagine, 15 euro.

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