il Fatto Quotidiano 3-12-2014 pag. 14
Al ministero del Tesoro la trasparenza non è più una virtù. Vien voglia di parafrasare così la nota espressione di don Lorenzo Milani di mezzo secolo fa ("L'obbedienza non è più una virtù"). Esso ha infatti pubblicato il 13 novembre il nuovo regolamento sui limiti d'investimento per i fondi pensione e il 24 ha messo in pubblica consultazione quello per gli enti previdenziali, che dichiaratamente ricalca il primo.
Parliamo di realtà quali l'Enpam, l'Enpap, l'Inpgi, l'Enasarco ecc., note anche come casse professionali, e venute più volte al disonore delle cronache negli ultimi anni per malversazioni immobiliari, titoli tossici, conflitti di interesse, perdite occulte ecc.
Ebbene, anche per queste il regolamento permette di nascondere tutti gli investimenti in quelle scatole nere che sono fondi comuni e simili, per cui agli iscritti a tali forme (obbligatorie!) di previdenza è precluso sapere in quali titoli esattamente siano investiti i loro contributi (obbligatori!) e quali compravendite siano state fatte, quando e a che prezzi.
Al danno si aggiunge la beffa, perché un articolo di ciascun regolamento proclama che gli investimenti vanno fatti "in misura prevalente in strumenti finanziari negoziati nei mercati regolamentati", in parole povere in titoli quotati. Ma poi si aggiunge, con una notevole faccia tosta, che tali sono considerati i cosiddetti OICVM, cioè appunto fondi comuni e simili. Perde così ogni valore il prospetto degli investimenti, che viene introdotto, perché leggere il numero di quote di un fondo non serve a nulla in concreto.
Pericolosissima poi la liberalizzazione degli strumenti derivati anche solo "per un'efficiente gestione" che significa tutto e niente. Poi limiti alti per titoli non quotati (30%), per i fondi speculativi o chiusi (20%). Insomma "L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare", avrebbe detto Gino Bartali.
C'è però uno spiraglio per contrastare regole così lassiste. Approfittare della pubblica consultazione indetta dal Tesoro e esprimergli la propria contrarietà. Altrimenti la farà da padrona l'industria parassitaria del risparmio gestito.
Invia l'e-mail (già con testo dettagliato) al Tesoro per esprimere la tua contrarietà.