Articolo sul Fatto Quotidiano del 12-6-2017 a pag. 18
Dopo oltre un anno di deprimente calma piatta, qualche novità sul versante dei buoni fruttiferi postali (Bfp). Nuovi buoni ordinari e, dopo lunga assenza, una nuova serie triennale.
Non che la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) abbia deciso di scialare, ma per gli ordinari lo 0,93% annuo effettivo lordo a scadenza fa già un effetto diverso dal miserrimo 0,32% dei precedenti. È invece 0,70% il tasso dei dei triennali, però solo se non riscattati anticipatamente. Qui certo ha influito la maggiore remunerazione che la Cdp riceve dal Tesoro.
La serie ordinaria emessa dal febbraio 2016 andrebbe comunque sostituita senza costi con la nuova, per la precisione la TF120A170420. Ma in effetti qual è meglio fra i due buoni in emissione? Prima dei tre anni il rendimento netto è nullo con entrambi, salvo sotto i 5 mila euro per l’esenzione dal bollo. Ma siamo sempre a livelli bassissimi. Alla scadenza i BFP a 3 anni Plus battono gli ordinari: al netto anche del bollo fruttano lo 0,41% annuo anziché zero. A condizioni invariate, la convenienza degli ordinari farebbe capolino solo dopo una quindicina d’anni. Ma simili simulazioni sull’arco di lustri sono un esercizio sterile.
Comunque i punti di forza dei Bfp non sono mai i rendimenti allettanti al momento dell’emissione, salvo poi scoprire di aver puntato sul cavallo vincente, come con le emissioni degli anni ’80, in barba alla frottola dei tassi illegittimamente abbassati.
I pregi dei BFP sono altri. Per cominciare la sicurezza, poco o tanto maggiore rispetto agli stessi titoli di Stato grazie alla garanzia aggiuntiva della Cdp. Secondo, un prezzo di riscatto che non flette mai. Terzo, il recupero dell’intera cifra investita anche in caso di rimborso anticipato nonostante il bollo. E qui consiglierei di aspettare a scrivere sui social network commenti del tipo “Scienza è un cretino” o “Alle Poste sono tutti ladri”, qualora uno verifichi sull’immediato un accredito inferiore all’investimento iniziale. Il bollo viene prima trattenuto, ma poi in tempi rapidi le Poste rifondono la differenza con accredito sul conto corrente o libretto postale.
Allargando il discorso, rincuorano alcune apprezzabili prese di posizione di Matteo Del Fante, nuovo amministratore delegato di Poste Italiane. Oltre a una maggiore attenzione ai settori tradizionali, in particolare ai pacchi, per i servizi finanziari si delinea un ribilanciamento a favore delle proposte della Cdp rispetto al risparmio gestito. Finalmente.