intervista a Beppe Scienza di Elena Comelli su QN-Quotidiano Nazionale (Il Giorno, La Nazione, Il Resto del Carlino) a pag. 4.
Un balzello che non è proporzionale e nemmeno progressivo, anzi, mi sembra semmai regressivo.
L’aumento a 120 euro del bollo sul deposito titoli?
«Un balzello che non è proporzionale e nemmeno progressivo, anzi, mi sembra semmai regressivo», commenta Beppe Scienza, docente di analisi numerica all’università di Torino e autore de “Il risparmio tradito”.
Ma come ci si difende da questa stangata?
«Francamente non mi sembra una stangata, per parte mia avrei preferito un aumento secco delle imposte sulle rendite finanziarie dal 12,50% al 20%: sarebbe stato più equo per i contribuenti e anche più vantaggioso per lo Stato. Se il risparmio finanziario in Italia si aggira sui 2.500 miliardi, ipotizzando un rendimento al 2% si ottiene una rendita di 50 miliardi l’anno: tassandola al 20 invece che al 12,50%, si tirerebbero fuori grosso modo 3,5 miliardi l’anno, certamente più di quanto renderà l’aumento del bollo sui depositi».
Lei dà per scontato, quindi, che i risparmiatori cercheranno di ridurre i danni. Come?
«La prima idea che viene in mente è chiudere i conti che non sono strettamente necessari, ad esempio cointestandone uno fra coniugi che ne avevano due. La seconda ipotesi è fuggire nei buoni fruttiferi postali, che non sono titoli di credito, oppure affidarsi a una Sim (società di intermediazione immobiliare), che non deve applicare il bollo sui depositi. Un’altra possibilità è servirsi di conti di deposito».
E portare i soldi all’estero, come minacciano in molti?
«Chi vuole portare i soldi in Svizzera sbaglia di grosso, perché lì le banche ti massacrano di commissioni e l’imposta sulle rendite finanziarie è del 35%».
Comprando fondi comuni non si risolve nulla?
«No, perché il bollo si paga sul rendiconto del deposito titoli e lì vanno dentro anche i fondi comuni».
Quindi, cosa consiglia?
«Di aspettare, perché con la conversione in legge potrebbero cambiare molte cose. Poterebbe essere elevata la soglia dei 50mila euro, potrebbero essere introdotti degli scaglioni e magari potrebbero essere coinvolte anche le Sim, che secondo me sono state ‘dimenticate’ per sbaglio».
Solo le Sim, per ora, beneficiano di questa manovra?
«Sì, perché alla Sim si paga solo un bollo iniziale di 14 euro e poi basta. Invece le banche non saranno contente, perché questo balzello gli mette i bastoni fra le ruote se vogliono vendere le loro obbligazioni. Ma potrebbero trovare qualche escamotage».
Ad esempio?
«Potrebbero approfittare della situazione per fare delle offerte mirate, tipo: se comperate i nostri fondi comuni vi rimborsiamo il bollo. Una trappola in cui sconsiglio a tutti di cadere. E’ chiaro che se su 20mila euro te ne portano via 400 di commissioni, ti possono anche regalare i 120 euro di bollo. Bella soddisfazione. Un po’ come per i servizi a pacchetto: se comperi una marea di servizi ti danno il conto corrente gratis. Ma alla fine lo paghi più di prima, attraverso altri costi, meno trasparenti».
Elena Comelli - MILANO