Articolo sul Fatto Quotidiano del 13-6-2016 a pag. 18
Si potrebbe definirle non notizie. Invasioni di campo e fallimenti spacciati per successi sono frequentissimi negli interventi della Covip, organo di vigilanza sulla previdenza integrativa. In questo senso anche la relazione annuale 2015, presentata lo scorso 9 giugno, riprende un copione noto tutt'al più con minore protervia.
Gli italiani non intrappolati nella previdenza integrativa sono più dei Galli di Asterix non sottomessisi ai Romani: ammontano al 75,8% degli occupati. Ciò dà molto fastidio a quanti, persone fisiche o giuridiche, vivono e prosperano su fondi pensione e piani individuali previdenziali (pip).
Ecco così che la relazione del presidente della Covip, richiama "l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle iscrizioni specie in settori [...] in cui il livello di adesione non risulta ancora soddisfacente". Ma chi bisogna soddisfare? La Covip stessa, per aumentare le sue entrate e il suo potere? L'industria della previdenza integrativa, per ingrassare amministratori, gestori e venditori?
Oltre tutto lo sviluppo della previdenza privata spetterebbe a quella strana entità, mantenuta in vita coi soldi dei contribuenti e dei lavoratori, che si chiama Mefop. Non alla Covip, che è organo di vigilanza e non di propaganda.
Vedi le altre authority. L'Agcom mica spinge i cittadini a guardare di più la televisione o usare di più i telefoni. Né l'Autorità per l'Energia a stipulare nuovi contratti di fornitura dell'elettricità e del gas.
Passando poi ai rendimenti, la Covip sottolinea gongolante che nel 2015 i fondi negoziali (Cometa, Fonchim ecc.) hanno reso il 2,7% netto, quelli aperti il 3% e i pip il 3,2%. Che sfigato il TFR col suo striminzito 1,2%!
Ebbene no. Il confronto va fatto col 4,5 per cento dei titoli di Stato non brevissimi, col 12 della Borsa in Italia e il 5,1 nell'Eurozona, col 10,3 in euro di Wall Street ecc. Sempre stesso periodo e stesso trattamento fiscale.
La Covip, anziché sbandierare dati solo in apparenza buoni, chiarisca piuttosto perché i gestori non sono riusciti a tenere il passo coi mercati finanziari, ancora una volta inanellando figure barbine (e da inizio 2016 perdite vere e proprie). È organo di vigilanza e controllo? Allora vigili, controlli, indaghi e magari scopra, perché anche nel 2015 essi hanno distrutto risparmio previdenziale.
Beppe Scienza