Articolo su Il Fatto Quotidiano del 27-7-2016 a pag. 17
Sono convinti di essere furbi. In realtà sono creduloni, che le banche svizzere continuano a fare fessi. Non pochi vecchi evasori o, più spesso, loro eredi sono convinti di avere oltre confine il loro patrimonio e per questo accettano esose commissioni e balzelli vari.
Anche recentemente m'è capitato di sentir dire: "Ho i risparmi in Svizzera, grazie a uno scudo, così i tribunali italiani non possono sequestrarmeli". Tutto falso. Quei soldi sono facilmente aggredibili in Italia. "Ma io una volta l'anno vado in banca a Lugano!", mi ha obiettato. "Piacevole gita sul lago - ho risposto io - e ulteriore presa in giro".
Come stanno le cose? La storia comincia con lo Scudo Fiscale Ter del 2009, che per la terza volta offrì una scappatoia a chi aveva capitali clandestini all'estero. Con un modesto 6% ci si poteva mettere a posto. Ma nel caso di soldi in Svizzera, bisognava farli arrivare in Italia, perché allora era fuori dalla cosiddetta white list.
Al che le banche elvetiche, per trattenere i clienti, si inventarono lo "scudo giuridico", che avrebbe permesso di aderire allo scudo fiscale e tenere i capitali all'estero. Mica vero. Cosa fecero infatti? Dirottavano i clienti a una società fiduciaria italiana, in combutta con loro. Lì essi "scudavano", come si diceva allora, e a prima vista i titoli restavano in un istituto bancario svizzero (Ubs, Crédit Suisse ecc.). In realtà sono sì nella banca estera quale depositaria, ma su un conto intestato alla fiduciaria italiana, su cui l'investitore personalmente non può affatto operare. Per lui e per fisco e tribunali italiani il patrimonio è in Italia. Anche comprando titoli americani in una banca italiana, questi magari sono depositati a Boston presso State Street, ma per il cliente sono in Italia, mica in America.
A completare l'imbroglio, gli stessi soggetti che fan credere ai clienti che hanno i loro soldi in Svizzera, cercano poi di intrappolarli con finte polizze vita, con la frottola che così e solo così eviteranno le imposte sulle eredità.
Beppe Scienza