Articolo sul Fatto Quotidiano del 14-11-2016 a pag. 18
Nel mio corso universitario di Metodi per le Scelte Finanziarie e Previdenziali tutti gli anni tratto anche i buoni fruttiferi postali (BFP). Una specie che pareva in via di estinzione, quando recentemente ne è stato partorito uno nuovo, il BFP a 2 anni Fedeltà. Ma è un altro quello che merita esaminarne, ovvero quello da intestare a minori. Per esso le analisi numeriche mostrano qualcosa di interessante.
La serie in emissione (TF118A160218) ha caratteristiche diverse dalle precedenti. Primo, i rendimenti sono bassissimi, perché la politica dei tassi della Banca Centrale Europea ha colpito anche qui. Secondo, essa presenta interessi quasi uniformi per tutta la durata, mentre in passato erano crescenti, in misura più o meno disinvolta. Con opportuni conteggi si scopre la logica che vi sta dietro: gli interessi corrisposti appaiono studiati apposta per fornire una copertura del bollo dello 0,2%; e quasi niente di più, salvo restando sotto i 5 mila euro.
Viene allora da chiedersi l'utilità di un tale investimento, riscattabile prima della maggiore età del minorenne solo con l'autorizzazione del giudice tutelare. Perché un genitore dovrebbe legarsi le mani? In realtà esso ha un senso giuridico e non finanziario. Ha cioè senso per zii, nonni, amici di famiglia ecc. che vogliano costituire un cuscinetto finanziario per un bambino o ragazzo, appunto legando le mani ai suoi genitori.
È un obiettivo non poi così raro, a giudicare dalle domande che ricevo da miei lettori. Sarà in generale per l'avanzata del consumismo, sarà per una sfiducia motivata nei confronti di alcuni genitori.
Le compagnie d'assicurazione offrono soluzioni alternative? In effetti alcuni agenti approfittano del desiderio di costituire un capitale per un bambino o ragazzo. Ma cosa fanno? Rifilano polizze in genere di tipo misto e di capitale differito. Cioè formule pensate originariamente per altre esigenze (e sconsigliabili anche per esse) e poi riciclate alla meno peggio per piazzarle soprattutto ai genitori stessi.
In effetti la formula più adatta sarebbe quella detta "a termine fisso", con beneficiario in ogni caso il minorenne al compimento dei 18 anni. In Italia essa ha però diffusione scarsissima, se non nulla.
Ma la cosa più grave è che tutte le soluzioni suddette hanno un grave limite: non tutelano dall'inflazione. E qui è inutile nasconderlo: non per tutti i problemi esiste una soluzione soddisfacente.