Prima fallisce la Silicon Valley Bank, poi di nuovo un'altra banca americana. Nel frattempo il salvataggio precipitoso del Credit Suisse, fra l’altro noto per i suoi lingotti d’oro. Quindi timori per la Deutsche Bank. Ce n’è abbastanza perché un risparmiatore si chieda quanto sono al sicuro i soldi sui conti correnti, libretti e conti deposito.
Ebbene, per cominciare per i conti delle banche italiane non esiste nessuna garanzia dello Stato, tanto meno dell’Unione (Ue) o della banca centrale europee (Bce). In Italia esiste un fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che garantisce fino a 100 mila euro a testa per ogni banca dove uno ha soldi. Ma non è un fondo che già abbia disponibilità per coprire tutti i conti delle banche che vi aderiscono, cioè quasi tutte. Ne saltasse una grossa, il fondo dovrebbe essere rimpinguato da parte degli altri istituti di credito. E fin qui le brutte notizie.
Per tranquillizzare i lettori c’è il fatto che il sistema vuole assolutamente evitare che i clienti delle banche si trovino coi conti bloccati o peggio. Ciò sarebbe molto destabilizzante: stipendi non pagati, bancomat inutilizzabili, fatture inevase ecc. Per questo motivo gli Stati Uniti hanno garantito i depositi della Silion Vcalley Bank anche oltre il limite là previsto di 250 mila dollari. Possiamo parlare di una garanzia non giuridica bensì politica, ma non per questo trascurabile.
E se uno vuole proprio essere più sicuro? In Italia ci sono tre soluzioni. La prima è la Posta e precisamente il Bancoposta: si può avere un conto corrente dove non si è soggetti al famigerato bail-in e lo Stato di sicuro interverrebbe per evitare un fallimento di Poste spa e in particolare perché non vengano colpiti i soldi depositati. Prescindendo ovviamente da ipotesi del tipo Terza Guerra mondiale.
Poi ci sono i libretti postali e i buoni fruttiferi postali, che sono soldi prestati alla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), esplicitamente con la garanzia dello Stato, sotto o sopra i 100 mila euro che siano. I buoni fruttiferi, a dispetto del nome, di fatto sono conti deposito liberi con interessi corrisposti e capitalizzati a tassi e scadenze diversi a seconda del buono. E di regola la Cdp rispetta tutte le clausole contrattuali, diversamente da quanto raccontano alcune associazioni di consumatori alla ricerca di poveracci da trascinare in cause perse.
La terza soluzione è la più radicale e più sicura, nonché quella costantemente consigliata dalla tedesca Bundesbank, ben più attenta della Banca d’Italia alla tutela dei risparmiatori. Si tratta dei contanti, tanto denigrati in buona o mala fede. Infatti i conti in banca sono moneta bancaria. Le banconote invece sono la moneta della banca centrale: per l’euro la Bce, per il dollaro americano la Federal Reserve ecc. Le banche ordinarie falliscono di rado, le banche centrali mai.
Beppe Scienza