Le menzogne sulla previdenza integrativa sono molte. Per comodità le abbiamo ridotte a otto. Per ognuna di queste vi spieghiamo qual è l'alternativa.
per integrare la pensione pubblica è indispensabile sottoscrivere una qualche forma di previdenza integrativa; o almeno destinare a essa il TFR.
Si può integrare la pensione anche tenendo il TFR in azienda. Basta convertirlo in una rendita vitalizia, che magari sarà molto maggiore. Oppure investendo in titoli, buoni postali ecc.
l'adesione alla previdenza integrativa è lasciata alla libera scelta di ognuno.
Molti lavoratori sono stati intrappolati, venendogli tolto il diritto a uscire, previsto dal loro fondo pensione. E una scelta che vincola anche per 40 anni non è un modello di libertà.
la previdenza integrativa è la soluzione più sicura per integrare la pensione.
A lungo termine contano solo le garanzie in termini reali, cioè di potere d'acquisto, non previste per fondi pensione, p.i.p. ecc. Le offrono invece il TFR, i titoli di stato e i buoni fruttiferi reali.
basta prendere un periodo abbastanza lungo, come 20 anni, e i fondi pensione battono sempre il TFR.
I fondi pensioni conducono a perdite anche dell'80%, se crollano i mercati finanziari. Lo dimostrano i dati storici (vedi tabella: Il TFR difende meglio).
i fondi pensione come i fondi comuni sono prodotti trasparenti.
Fondi pensione e simili sono ancora più opachi dei fondi comuni d'investimento. Uno non può mai sapere che titoli sono stati comprati o venduti coi suoi soldi, quando e a che prezzi.
chi destina il TFR alla previdenza integrativa, ha un forte vantaggio fiscale, che per i redditi più bassi arriva al 14%.
Per un investimento pluriennale conta il vantaggio fiscale su base annua, che per un giovane è intorno allo 0,50%. Quindi totalmente divorato dai costi espliciti e occulti della previdenza integrativa.
soprattutto i giovani hanno convenienza ad aderire alla previdenza integrativa.
I vantaggi fiscali sono tanto più alti, quanto più uno è vicino alla pensione. E il vincolo temporale è meno gravoso: anche soli 5 anni, mentre un ventenne è intrappolato per 40-50 anni.
anche se rende poco, aderire a un fondo pensione chiuso conviene sempre grazie al contributo del datore di lavoro.
Il contributo del datore di lavoro non è sufficiente a compensare una serie di rendimenti negativi. Ed è garantito per pochissimi anni, solo fino al successivo rinnovo contrattuale.