polizze dette rivalutabili, vendute a tutto spiano con il supporto dal giornalismo italiano, sottolineando il vantaggio di una redditività abbastanza stabile, sul 2-3% annuo lordo
che però si traduce in una perdita reale in caso di elevata inflazione.
La tanto decantata previdenza integrativa: fondi pensione, polizze vita e altre formule per ingabbiare i risparmi degli italiani (e all’estero spesso la situazione è analoga) in realtà non garantiscono mai il potere d’acquisto delle somme versate.
l’inflazione tendenziale italiana crollerà dal 5,2-5,1% di agosto-settembre giù giù, fino in area 2,5%. Non in virtù della politica del governo, ma solo per i numeri del passato e le regole applicate.
Non c’è stato nessun imbroglio. I meccanismi dei titoli reali, cioè di Btp Italia, Btp-i, Oat-ei e simili, inesorabilmente complessi. I Btp Italia furono emessi per garantire cedole allineate all’inflazione del periodo: così è stato e così sarà.
Estratto da un webinar, passa in rassegna le principali alternative che difendono (o no) i risparmi dall’inflazione: oro, azioni, Bot e Cct, Btp Italia, buoni postali, TFR e polizze vita
I titoli reali, cioè agganciati al costo della vita, presentano meccanismi alquanto complicati. Ma investire in Btp Italia, i Btp-i, le Oat-ei ecc. è una scelta prudente, anche senza capire perfettamente come funzionano.
Da parecchi anni le polizze vita rivalutabili sono uno dei chiodi fissi dei giornalisti in quota al risparmio gestito. Vendute da Generali, Unipol, Banca Intesa, le Poste o altre società, rivaleggiano coi fondi pensione per l’Oscar dell’investimento più opaco.
Se un risparmiatore non ha come obiettivo puntare sugli alti guadagni, bensì evitare il peggio, deve rivolgersi a titoli indicizzati al costo della vita ed evitare invece i titoli a tasso fisso e pure quelli a tasso variabile come i Cct, per non parlare della previdenza integrativa.
Dal 15 aprile 2022 i buoni postali Obiettivo 65 non vengono più emessi. Una decisione antipatica per i risparmiatori, ma comprensibile, visto che venivano offerti a 100 ma il loro valore era stimabile intorno a 115
Circa 1.100 miliardi parcheggiati in banca dai risparmiatori fanno gola a chi vuole arricchirsi a loro spese. Riuscissero a dirottarne anche solo un terzo nel risparmio gestito, potrebbero sottrargli (legalmente) qualcosa come dieci miliardi di euro l’anno.