Di per sé Etf sta semplicemente per Exchange Traded Fund, cioè fondi trattati in Borsa. Ma l’abbreviazione ha assunto un significato più specifico. Di fatto è venuta a designare fondi non solo quotati, ma anche passivi. Col che si intende che sono impostati per replicare fedelmente un indice come il Ftse Mib, cioè l’evoluzione del vecchio Mib 30 delle principali azione italiane, o lo Standard & Poor 500 di altrettanti titoli americani. La denominazione rimanda al fatto che il fondo copia passivamente il mercato, senza iniziative discrezionali.
A molti ciò appare positivo, perché i gestori che scelgono in che titoli investire mediamente fanno peggio. Di regola, come ripeteva l’ufficio studi di Mediobanca, “distruggono ricchezza”. Meglio affidarsi a un automatismo cieco che a qualcuno chi si crede più furbo del mercato e inoltre può approfittare dei soldi affidatigli per fare favori a questo o a quello.
Così il termine Etf ha...