La Repubblica, 24-11-2011, Affari & Finanza, p. 21
Alcuni italiani con titoli bancari irlandesi hanno visto il loro valore azzerarsi.
Perdere soldi per colpa della Consob, cioè proprio dell'organo che vigila sui mercati finanziari? Fra le tante fattispecie di risparmio tradito l'Italia annovera anche questa.
Per giunta si tratta di perdita totale, mentre in genere gli obbligazionisti recuperano qualcosa dopo il default, ossia dopo che l'emittente ha smesso di pagare gli interessi. È stato così per l'Argentina, l'Ecuador, la Parmalat, la Fin. Part. ecc. fino al caso estremo dell'Alitalia con un cosiddetto recovery value sul 71%.
Invece alcuni italiani con titoli bancari irlandesi hanno visto il loro valore azzerarsi. La vicenda è complessa e riguarda le tre principali banche del paese: Allied Irish Banks, Anglo Irish Bank e Bank of Ireland. Concentreremo l'attenzione proprio su un'emissione di quest'ultima, la 26-2-2019 floater (cioè a tasso variabile, codice XS0186652557), perché era presente su EuroTlx, mercato direttamente rivolto ai risparmiatori italiani.
In tutti i casi erano prestiti ufficialmente più rischiosi dei soliti, in quanto subordinati del tipo "Lower Tier 2". Ciò significa che, in caso di fallimento, posso ricevere un rimborso solo dopo tutti gli altri creditori più garantiti. Per altro nessuna delle tre banche irlandesi è fallita.
Cos'è successo allora? È capitato che il governo di Dublino ha permesso alle tre banche di mettere i propri obbligazionisti di fronte a un ricatto: accettare "volontariamente" un rimborso molto basso o vedersi azzerare i titoli posseduti. Così nel luglio scorso per ogni 100 euro di valore facciale la Bank of Ireland ne offre solo 20 in contanti (oppure azioni, alternativa però più rischiosa).
Nell'offerta era però anche scritto che la banca avrebbe rimborsato le obbligazioni di chi non accettava, pagandole 0,001 euro ogni 100 di nominale. In pratica le avrebbe annullate, facendole anche sparire dal deposito titoli.
In una situazione simile, è logico che molti risparmiatori decidano di cedere al ricatto, anche se obtorto collo. Incassare 20 è pur sempre meglio di niente, assodato che centesimo ogni 1.000 euro è sostanzialmente il nulla. Fare causa alla Bank of Ireland e/o alla Irlanda stessa appariva (e appare) impresa ardua, se non disperata. È possibile che qualche investitore istituzionale ci abbia provato e magari abbia anche strappato una transazione, tenuta segreta, ma che può fare un privato con 10 o anche 50 mila euro?
Il problema è che qui entra in gioco la Consob, mettendo i bastoni fra le ruote ai risparmiatori italiani. Essa richiede infatti per tali offerte un prospetto da essa approvato; e cioè in italiano, con una formulazione dell'offerta chiara, completa ecc. Peccato che un emittente estero quasi mai si sobbarca un tale lavoraccio, anche per motivi di tempo.
Come si sono comportate allora le banche (e sim) italiane in assenza di tale prospetto? Alcune, ma sono rare eccezioni, hanno raccolto e inoltrato lo stesso le adesioni dei clienti, richiedendo solo una manleva per eventuali intoppi dovuti alla mancata autorizzazione dell'offerta (intoppi di cui non si ha notizia).
Altre, sempre poche, non gli hanno permesso di aderire, ma almeno li hanno informati dell'offerta. Così, prima della scadenza, gli interessati hanno potuto vendere i titoli a un prezzo poco inferiore. Non hanno recuperato 20, ma 19 o anche 19,5 euro.
La maggioranza delle banche non hanno invece detto nulla ai possessori delle Bank of Ireland 26-2-2019, visto che a rigor di termini non potevano aderire alla proposta. Non potendole venderle in tempo, hanno così perso tutto, con mal celata gioia delle banche stesse, visto che non erano titoli loro.
Qui siamo di fronte a un caso estremo, con l'azzeramento del valore dei titoli, ma la situazione si è ripetuta decine di volte: con le offerte di acquisto di Royal Bank of Scotland, Lloyds, Asia Aluminium, Repubblica delle Filippine ecc. o di conversione in azioni, come con le Ford 4,25% 2036. Addirittura con precedenti offerte più convenienti delle banche irlandesi.
Tutti casi in cui Consob, con l'intento di tutelare i risparmiatori, ha legato loro le mani.
Obbligazioni | codici Isin |
periodo dell'ultima offerta | rimborso offerto ogni 100 € | altrimenti… |
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Allied Irish Banks 10,75% 29-3-2017 | XS0498532117 | gennaio 2011 |
30 € | 0,001 € |
Anglo Irish Bank floater 19-6-2017 | XS0305277807 | ottobre-novembre 2010 |
20 € | 0,001 € |
Bank of Ireland floater 26-2-2019 |
XS0186652557 | giugno-luglio 2011 |
20 € oppure 40 € in azioni |
0,001 € |
Nel 2010 e 2011 le tre principali banche irlandesi sono state salvate in modo alquanto eterodosso. Vennero autorizzate, fra l'altro, a rimborsare solo in parte i loro titoli cosiddetti subordinati del tipo "lower tier 2", imponendo agli obbligazioni la scelta fra cederglieli a un valore molto basso o vederseli rimborsare quasi a zero. Per ognuna delle tre banche è riportato un esempio concreto. L'ultima obbligazione in particolare era presente in Italia su EuroTlx, mercato del reddito fisso rivolto ai risparmiatori.