Dal 17-10-2016 Report di Rai 3 si è occupato più volte dei diamanti rifilati ai risparmiatori italiani a prezzi gonfiati, soprattutto dalla Idb, International Diamond Broker e poi Business. Ha denunciato sia l’operato delle banche che, recentemente, le carenze della vigilanza di Banca d’Italia. Ma c’è un aspetto finora sistematicamente trascurato: è il ruolo della stampa italiana nell’accreditare le menzogne alla base di tutto l’imbroglio.
In virtù della sacrosanta libertà di stampa, un articolo può dare credito a falsità, che in un’inserzione sarebbero sanzionate. Ovviamente bisogna che giornalisti bevano qualunque frottola. Purtroppo è stato così per decenni, come risulta dai circa 180 articoli, interviste e tabelle che ho archiviato dal 1979 in poi.
Il punto non sono gli spazi sul quotidiano della Confindustria comprati dalla Idb, che dagli anni ’70 ha spacciato il suo listino di vendita come “Quotazioni del Sole 24 Ore” e il giornale lasciava fare. Questo è già venuto fuori.
Mi riferisco invece a titoli simili a slogan pubblicitari: “È anche più liquido di un immobile” (Il Sole 24 Ore, 10-11-2002, p. 26), “Rifugiarsi nei carati” (il Mondo, 30-3-2012, p. 56), “Meglio del mattone e dell’oro” (La Stampa, 18-11-2013, p. 23), “Ecco perché chi investe in diamanti fa affari d’oro” (il venerdì, 30-1-2015, p. 52), “Sicuro, intoccabile e verso l’esaurimento” (Repubblica, 24-10-2016, A&F p. 60).
Mi riferisco a numerosissime interviste ridotte ad altoparlanti per i venditori dei diamanti, in particolare per l’Idb con Antinea De Rico e poi incessantemente Claudio Giacobazzi. Vedi, fra le testate che ho seguito: Il Sole 24 Ore, La Repubblica, La Stampa, il Giornale, Quotidiano Nazionale, l’Espresso, Milano Finanza, il Mondo, Economy.
Ma soprattutto il giornalismo italiano ha messo nero su bianco le falsità usate per abbindolare i risparmiatori. Tali articoli, opportunamente fotocopiati, erano il supporto ideale in fase di vendita ovvero di truffa. Esaminiamo le singole frottole.
1. Niente commissioni. “L’acquisto diretto è meno costoso” (Milano Finanza, 25-11-2006, p. 31), “basta andare in banca, senza pagare nessuna commissione” (L’Espresso, 3-5-2012, p. 142), “l’acquisto è quasi gratuito” (La Stampa, 10-12-2012, p. VII). Falso e anzi era proprio lì l’imbroglio: Idb applicava ricarichi del 100-150%.
2. Difesa dall’inflazione. “Serve a conservare il potere d’acquisto soprattutto in situazioni di inflazione (Sole 24 Ore, 3-4-1995, p. 23), “per anni si è dimostrato capace di battere l’inflazione” (Sole 24 Ore, 27-5-2012, p. 2), “prezzi stabili e sopra l’inflazione” (Repubblica, 22-2-2016, A&F p. 20), Elena Dal Maso poi si sbilancia: “rendono il 4,5% oltre l’inflazione” (Milano Finanza-Patrimoni, 5-4-2003, p. 16). Falso! Con un acquisto per esempio da Idb a fine 1980 e smobilizzo nel 1989, la perdita reale superò l’80%.
3. Il prezzo sale sempre. “Prezzi in continua ascesa ne fanno un investimento sicuro” (il Mondo, 30-3-2012, p. 56), “diamanti, l’investimento che protegge il capitale” (La Stampa, 18-11-2013, p. 23). Falso, i prezzi (veri) dei diamanti erano scesi sia dopo il 1980 che dopo il 2007.
4. Vantaggi fiscali inventati. “Il meno soggetto a tassazioni (solo l’Iva)” (Corriere della Sera, D, 23-11-2014), Sandra Riccio dice pure a chi rivolgersi: “sono tax free, vale a dire che sono soggetti solo all’Iva […] e un’opportunità la offre la Idb” (La Stampa, 18-5-2015, p. 21). Fuorviante, perché l’Iva risultava di regola più onerosa dell’imposta sulle plusvalenze.
5. Evitare i gioiellieri. “Il diamante da investimento non ha niente a che vedere con la pietra preziosa da incastonare” (L’Espresso, 14-6-2012, p. 140), molto concreta Lucilla Incorvati: “ben diverso da quello che si regala il giorno del fidanzamento” (Il Sole, 23-12-2013 p. 13), “è assolutamente consigliabile comprare attraverso società specializzate o banche” (il venerdì, 30-1-2015 p. 53). Falso, ma perfetto per tenere i risparmiatori lontani dai gioiellieri. Altrimenti la banca perdeva l’affare!
Che dire infine del Corriere della Sera? Sull’inserto di economia (6-6-2016, p. 26) Pieremilio Gadda presentava i diamanti addirittura come meno rischiosi dell’oro: rischio medio-basso rispetto a rischio medio. E consigliava di mettervi il 5% del proprio patrimonio: un’enormità.
Aggiungo, perché non sembri che io pontifichi col senno del poi, che già nel 2001 smontai la frottola della difesa dall’inflazione nel libro Il risparmio tradito (pp. 153-154) e addirittura nel 1995 avevo avvertito che i diamanti “si pagano il 100% o 200% più del prezzo di realizzo” (GenteMoney, n. 1-1985, pp. 48-49).
Più unico che raro il caso di Daniele Lepido, allora al quotidiano di Confindustria, che segnalò le magagne dei “diamanti da investimento” in un sparuto articolo sul Sole 24 Ore in totale dissonanza con la linea editoriale della testata (4-1-2007, p. 14). Un articolo che i venditori non fotocopiarono per mostrarlo ai propri clienti.