Ha destato preoccupazioni la notizia che l’Unione Europea vorrebbe utilizzare l’enorme massa di denaro giacente sui conti bancari “per finanziare i suoi obiettivi strategici” fra cui le spese militari. In Rete, ma anche su qualche giornale, si è letto che i conti correnti verranno saccheggiati per l’acquisto di armi o altro. Messo in questi termini, l’allarme è del tutto infondato. Ciò non toglie che sussistano alcuni rischi reali, ma al riguardo occorre fare due discorsi nettamente diversi.
Da un lato, sull’immediato, ci sono venditori di investimenti, porta a porta o allo sportello, che hanno preso subito la palla al balzo. Dando credito alle voci più allarmistiche, cercano di spaventare chi ha parecchi soldi sul conto. “Lei rischia che la von der Leyen glieli porti via. Ne metta almeno la metà al sicuro in un fondo o meglio in una polizza vita”, più o meno questo è il discorso che fanno. Com’è poi strutturale nel settore, ricorrono a ogni genere di menzogne, ma solo a voce, per rifilare i peggiori investimenti che possono vendere.
In realtà i risparmiatori non corrono nessun pericolo che l’Ue o lo Stato italiano dirotti a suo piacimento soldi dai loro conti, in banca o alla Posta.
D’altro lato esiste davvero un progetto della Ue per “indirizzare i risparmi privati a sostegno dei suoi obiettivi” cioè verso investimenti nel settore industriale, anche ma non solo bellico. Ma non tramite prelievi forzosi. La cosa è più subdola, per cui converrà stare molto guardinghi nei confronti delle iniziative che presto verranno prese.
Primo, bisognerà non lasciarsi allettare dai vantaggi fiscali che verranno sbandierati per collocare piani di risparmio o simili per il finanziamento del sistema produttivo o delle infrastrutture. L’ossessione di risparmiare tasse fa regolarmente cadere in trappola i risparmiatori italiani. Vedi a partire dagli anni ’80: le polizze vita miste, i fondi pensione, i Pir ecc.
Secondo, occorre diffidare degli attori della cosiddetta educazione finanziaria, che verranno presto reclutati con armi e bagagli per indirizzare gli italiani verso le nuove proposte.
Restano poi due ambiti molto critici, i fondi pensioni e gli enti previdenziali, cui sarà facile imporre di impiegare una quota del patrimonio in aziende industriali, anche belliche. E magari già lo fanno, come ha spiegato Mauro Del Corno sul FQ. Qui è molto difficile difendersi per i lavoratori e risparmiatori, succubi e tenuti anche all’oscuro delle decisioni prese da altri.
Beppe Scienza