Articolo sul Fatto Quotidiano del 29-6-2016 a pag. 15
Il sole non era ancora tramontato e già Banca Intesa si era attivata per cercare di trarre profitto, a danno dei propri clienti, dal crollo delle Borse europee di venerdì. Aveva infatti già spedito un messaggio a firma di Stefano Barrese, "Responsabile Divisione Banca dei Territori", per decantare la propria bravura nella gestione del risparmio. Alcuni non l'hanno presa bene, tanto che esso è rimbalzato in Rete con commenti fra il beffardo e l'infuriato di chi, in particolare, con Intesa-Sanpaolo ha perso un sacco di soldi.
Vediamo un paio di punti. Barrese invita il destinatario ad andare in filiale dal "suo gestore per una consulenza personalizzata", e già questo è un duplice imbroglio, perché quello è un mero venditore e i prodotti sono preconfezionati. Cita poi "strumenti finanziari con protezione del capitale" e in effetti da anni Banca Intesa e i suoi simili (Unicredit ecc.) rifilano certificati definiti "a capitale condizionatamente protetto". Per spiegare quanto sia ingannevole tale dicitura, vediamo per esempio il Bonus autocallable cap certificate su azione Unicredit, codice Isin IT0005039422, di Banca Imi e quindi della stessa filiera. Il suo capitale è così protetto che vale ora sui 30 euro, dopo essere stato rifilato ai clienti a 100 euro. Una perdita del 70%.
L'espressione "condizionatamente protetto" è dunque da intendere come una pura tautologia: non si perde, "a condizione che" il prezzo non scenda. Ah, che maghi i professionisti del risparmio!
Quelli di Banca Intesa hanno una tale impudenza da inviare e-mail analoghe, vantando le loro inesistenti competenze, pure a un esperto di finanza quale Marco Vinciguerra della Tokos. Che gli ha risposto per le rime. Oltre a rinfacciargli varie previsioni sciagurate, soprattutto ha chiesto a Barrese: "Se siete così bravi a gestire la ricchezza, perché non avete evitato alla vostra banca una perdita dal 2006 del 71% del suo valore?". Domanda pertinente, cui però la Banca dei Territori non ha ancora risposto.
Beppe Scienza