Articolo sul Fatto Quotidiano del 3-8-2016 a pag. 17
Alcuni decenni fa con l'estate arrivavano gli avvistamenti del mostro di Loch Ness e dei dischi volanti. Altrettanto privi di credibilità sono alcuni investimenti proposti ora a quei risparmiatori che non si danno pace, che il denaro ora non renda (quasi) più nulla.
Vedi il caso della Azimut, società del risparmio gestito, caratterizzata dalle pesantissime commissioni a carico dei clienti. Un suo dirigente decanta un fondo comune specializzato in cosiddetti cat bond, ovvero "obbligazioni catastrofiche", vantandone la decorrelazione coi mercati azionari e obbligazionari.
Si tratta di titoli atipici emessi da società del settore assicurativo, che pagano sì cedole periodiche, ma rimborsano l'intero capitale alla scadenza, solo qualora non si verifichi nessuno degli eventi cui sono agganciati: terremoti, uragani ecc. Così le compagnie scaricano sugli investitori il rischio degli indennizzi, i quali a loro volta scommettono che tali catastrofi non si verifichino. Ma è abusivo presentarli o confrontarli col mercato obbligazionario. Io posso anche abbinare un Btp a un dipinto di De Chirico e definire l'accoppiata un "art bond", ma non per questo essa è o resta un'obbligazione.
Circolano poi grafici taroccati secondo cui i cat bond sarebbero la categoria vincente negli investimenti degli ultimi dodici anni. Tutto falso o comunque inattendibile, trattandosi di un mercato non regolamentato, opaco e molto marginale. Già è sempre pericoloso mettere i propri soldi nei fondi comuni specializzati sui titoli di Stato, le azioni ecc., figuriamoci in roba simile.
Ma soprattutto - e ciò vale in generale - è strampalato l'obiettivo in sé di cercare investimenti decorrelati con gli altri propri impieghi. Se avesse senso, allora sarebbero consigliabili anche i gratta-e-vinci o puntare sui cavalli agli ippodromi, indiscutibilmente in nessuna misura correlati coi mercati azionario, obbligazionario, valutario o immobiliare.
Beppe Scienza