Articolo sul Fatto Quotidiano del 19-9-2016 a pag. 18
Per un'azienda il TFR dei dipendenti può essere fonte di qualche preoccupazione... se non ha debiti, ma anzi eccedenze di liquidità. Un'eventuale impennata dell'inflazione comporterebbe rivalutazioni molto onerose. Per una ditta con almeno 50 dipendenti, il problema è scaricato sull'Inps, ma per quelle più piccole?
Fino a qualche mese fa un'ottima soluzione, valida almeno per un decennio, erano i buoni fruttiferi postali indicizzati all'inflazione, ancora meglio se combinati col programma Risparmiodisicuro Extra. Ma dal 18-2-2016 non vengono più emessi.
Ecco allora che un recentissimo prodotto di Helvetia, gruppo assicurativo svizzero, prometterebbe di fornire la soluzione ideale (la data di deposito in Consob del prospetto di "Chiara Vita TFR" è il 31 agosto). Nel pubblicizzarlo la compagnia scrive che esso consente di "assolvere gli obblighi di rivalutazione attraverso una gestione finanziaria dinamica" e quindi permette di "disporre in qualsiasi momento delle somme necessarie alla liquidazione delle posizioni".
Chi s'imbatte in tali frasi e ignora che il mondo assicurativo è il regno delle frottole, crede a cosa legge. Pensa cioè che Chiara Vita TFR assicuri che le somme versate col passare degli anni stiano dietro alle rivalutazioni del TFR. Peccato che non sia così.
Dai documenti ufficiali del prodotto si scopre che in effetti i soldi finiscono nella gestione separata "Remunera Più", la quale però è simile a quelle di tantissime altre compagnie e non contempla nessun aggancio all'inflazione. Coerentemente i rendimenti minimi garantiti (1% o 1,5% ecc. a seconda dei casi) sono solo nominali e non reali.
Gli assicuratori potrebbero addossare colpe all'organo di vigilanza, prima Isvap ora Ivass, che non gli permette di fornire una tale garanzia. Per altro nel portafoglio al 31-12-2015 non risultano esserci titoli indicizzati all'inflazione, che comunque nessuno gli vieta di avere.
È tutto sommato eccezionale la fattispecie di un imprenditore che non utilizzi il TFR come finanziamento, ma voglia accantonarlo a tutela dei suoi dipendenti. Così facendo il TFR può essere un problema per l'azienda. Specularmente c'è un problema per un lavoratore nell'ipotesi contraria, ovvero se non ha il TFR, perché esso è sì una forma di risparmio forzosa, ma anche una fra le alternative più sicure in un'ottica previdenziale.
In entrambi i casi le compagnie d'assicurazione non sono in grado di fornire nessuna soluzione.
Beppe Scienza