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Il risparmio tradito ® a cura di Beppe Scienza
Perché evitare risparmio gestito e previdenza integrativa

Il Risparmio Tradito ® a cura di Beppe Scienza
Perché evitare risparmio gestito e previdenza integrativa

Il risparmio tradito ®

Inflazione, tfr e pensione integrativa: il parere di Beppe Scienza

Pubblicato giovedì 1 agosto 2019

Intervista di Floriana Liumi del 31-7-2019 su Idealista/news

Previdenza integrativa o Tfr in azienda? E soprattutto: esiste davvero una previdenza integrativa in Italia? idealista/news ha lanciato la provocazione al prof. Beppe Scienza. Che ha risposto cosi.

Svalutazione del capitale e inflazione

L’autore dei libri “Il risparmio tradito” e “La pensione tradita”, docente di Metodi per le scelte finanziarie e previdenziali all’Università di Torino, da tempo – e senza peli sulla lingua – combatte una battaglia di educazione finanziaria attraverso i suoi scritti e il suo sito www.beppescienza.eu mettendo lettori e risparmiatori di tutta Italia in guardia su quello che rappresenta, a suo avviso, la reale minaccia al capitale e alla sua durata fino agli anni della pensione: l’inflazione.

Beppe Scienza: l'inflazione in Italia negli ultimi 100 anni

L’inflazione è il vero nemico del denaro, sostiene il prof. Scienza. Secondo i suoi calcoli, infatti, in tutto il ‘900 il potere d’acquisto (reale) è stato falcidiato varie volte e da vari eventi: del 70% tra il 1915 e il 1920 a seguito della prima guerra mondiale, del 98% tra il 1938 e il 1948 (con la seconda guerra mondiale) e dell’84% a seguito della crisi petrolifera dei primi anni ’70. Non potendo quindi prevedere i rischi futuri che possono attaccare un capitale guadagnato faticosamente durante anni di lavoro, il meno che si possa fare, parlando di previdenza, è tutelarlo dall’inflazione.

Strumenti previdenziali in Italia: per Beppe Scienza non esistono

Non sono molti però gli strumenti previdenziali che consentono di fare questo in vista della pensione.

“Anzi, - precisa Beppe Scienza: - in Italia nel privato non esistono soluzioni previdenziali o sono inaffidabili. I fondi pensione solo in misura irrilevante sono strumenti previdenziali. Al massimo si tratta di strumenti per accantonare capitale che ad un certo punto della vita verrà riscattato, senza dare luogo, come la pensione, a una rendita vitalizia. Per definirsi previdenziale, uno strumento dovrebbe essere calibrato in modo da garantire una rendita vita natural durante, sia che si abbia una aspettativa di vita di due anni che di trenta, garantita in potere d’acquisto".

Pensione e inflazione: come proteggersi secondo Beppe Scienza

Quali alternative ci sono, allora?

“Se con strumenti previdenziali intendiamo strumenti che in senso generale servano per accantonare risparmi per la vecchiaia, suggerisco allora i titoli legati all’inflazione, che nel lungo periodo proteggono dall’unico vero rischio, che è la perdita di potere d’acquisto. Quindi, Btp legati all’inflazione, Btp Italia, Bund-ei, Bfp indicizzati ecc. E, naturalmente, il Tfr”.

In che senso il Tfr sarebbe migliore dei fondi pensione nel garantire i risparmi per la vecchiaia?

“Parlo di Tfr da tanti anni: uno strumento disprezzato e frainteso perché sostanzialmente non fa guadagnare nessuno tra banche, assicurazioni o sindacati. Ai lavoratori invece fa solo del bene come forma di risparmio previdenziale, come anche alle aziende sotto i 50 dipendenti come forma di finanziamento a condizioni favorevoli, non facilmente reperibili altrove”.

Tfr, per Beppe Scienza il miglior investimento 

Quali sono le caratteristiche del Tfr che lo rendono un buon investimento?

“Innanzitutto, il Tfr è legato all’inflazione, quindi a differenza di altri strumenti si rivaluta e, comunque vada l’inflazione, il suo ammontare non potrà mai scendere. Gode poi di una duplice garanzia perché viene pagato, alla cessazione del rapporto, dall’azienda stessa, oppure – se l’azienda fallisse – dall’Inps. In più il suo rendimento non è trascurabile: attualmente si parla di un 1,9% nominale. Inoltre la rivalutazione, secondo un coefficiente legato all’inflazione, è fatta sul Tfr lordo. Facciamo conto, su 100 euro di Tfr con un 23% di aliquota fiscale, la rivalutazione avviene su 100, non su 100 meno 23. In altre parole, il fisco lascia all’azienda, e quindi al lavoratore, l’intera quota, tassandola solo al momento della riscossione. Il fatto che la rivalutazione avvenga quindi sulla quota lorda del Tfr significa un maggiore aumento del capitale. Infine, non ci sono commissioni di gestione né conflitti di interesse di sorta”.

I rischi del tfr

Il Tfr è quindi uno strumento senza rischi?

“Il solo rischio, quello di fallimento dell’azienda, è minimo perché alla peggio crea solo un ritardo nell’erogazione del Tfr da parte dell’Inps. Ma i soldi comunque sono recuperati. Certo non si può paragonare il Tfr ai fondi pensione, che nella struttura non differiscono da un qualsiasi fondo comune, magari non soggetto a fallimento vero e proprio ma sicuramente passibile di perdite anche disastrose. Altri rischi per il Tfr non ce ne sono. L’unica nota è che non si tratta di un investimento liquido e immediatamente fruibile, perché lo si riscuote solo alla conclusione del rapporto di lavoro. È però anche vero che la legge non proibisce all’azienda di concedere degli anticipi sul Tfr su richiesta del lavoratore”.

Pensione integrativa, come assicurarsi una rendita vitalizia

Non esistono, in ottica pensionistica, altre forme previdenziali che trova valide?

“Intendendo con “previdenziale” il fatto di produrre una rendita vitalizia, si può trasformare un capitale in una rendita, e lo si fa tramite una compagnia di assicurazione. Il che ha però due difetti: uno, si tratta di una soluzione molto onerosa; due e più grave, si tratta sempre di rendite prive di qualsiasi tutela in quanto a potere d’acquisto. Le sole rendite vitalizie indicizzate, seppur indirettamente, all’inflazione sono le pensioni pubbliche".


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I nostri soldi e l'inflazione

L'ultimo libro di Beppe Scienza
Ponte alle Grazie, 208 pagine, 15,90 euro.

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