Serpeggia fra i risparmiatori il timore di un’imposta patrimoniale. Timore non assurdo. Coi provvedimenti adottati, di contenimento all’epidemia e in aiuto di persone e imprese, il debito pubblico facilmente supererà il 150% del prodotto interno lordo. È altresì vero che in Italia una tale misura, in sé logica, politicamente è tabù. In Germania invece se ne parla senza ritrosie, malgrado la situazione molto migliore dei conti pubblici.
Fatto sta che molti temono, per cominciare, una riedizione del prelievo dello 0,6% su conti e libretti deciso da Giuliano Amato nel 1992. Fomentano tale timore i venditori di trappole previdenziali e immondizia finanziaria, tornati alla carica per mettere le mani sui risparmi tenuti fermi (e disponibili!) su conti e libretti. D’altronde erano già mesi e mesi che il Corriere della Sera, il Sole 24 Ore, La Stampa, Oggi ecc. gli davano man forte, spiegando che era da stupidi tenere i soldi sul conto.
Chi invece ha dato retta al Fatto Quotidiano o semplicemente al suo senso critico, può solo rallegrarsi. Adesso non si ritrova con risparmi bloccati in polizze vita o depositi vincolati, né mutilati per le commissioni addebitate e le perdite subite. Tenere soldi sul conto bancario o postale resta un comportamento saggio, ma non pochi temono appunto prelievi forzosi e cercano modi per sfuggirvi. Vediamo quelli più gettonati.
Assegni circolari. Alcuni vedono come una soluzione spostare i soldi dal conto ad assegni circolari, ovviamente non trasferibili, da conservare in un posto più o meno sicuro. La cosa è alquanto insulsa. A parte che si tratta pur sempre di moneta bancaria, un’imposta alla Amato potrebbe benissimo applicarsi anche agli assegni già emessi e non ancora incassati.
Oro. A parte il saliscendi delle quotazioni, il costo d’investimento, ovvero quanto uno ci rimette comprando e poi rivendendo oro, arriva al 10% per monete o piccoli lingotti, che è tantissimo. Ma soprattutto c’è un’alternativa che permette di evitare tale costo e la vediamo subito.
Contanti. È del tutto lecito prelevarli e metterli in cassetta di sicurezza o altro posto sicuro. Tesaurizzare banconote di certo proteggerebbe da un crac dello Stato italiano. Invece non è detto che tale soluzione permetta di evitare una patrimoniale. Potrebbe essere troppo tardi, perché l’Italia potrebbe imitare la Germania. Lì la pesante patrimoniale decisa nel 1952 prese a riferimento quanto posseduto a una data anteriore, cioè al 21 giugno 1948. Cosi si vanificano tutti i prelievi, le intestazioni fittizie ecc. che uno ha disposto.