Valori, la rivista della Banca Etica, sul numero di febbraio-marzo 2014 intervista Beppe Scienza sulle storture della legge sull'usura, che permette alle banche di far salire senza limiti i tassi degli interessi addebitati ai clienti; il nuovo metodo di calcolo penalizza i mutui casa a tasso variabile.
«Il sistema odierno? È autoreferenziale e, come tale, consente alle banche di fare in definitiva ciò che vogliono». Parola di Beppe Scienza, docente di Matematica finanziaria presso l'Università di Torino, che da anni si occupa di risparmio e previdenza. Il problema, sostiene, risiede proprio nella logica a monte della normativa, che prende come punto di riferimento i tassi bancari di mercato. Una scelta, ha spiegato a Valori, carica di conseguenze per i clienti.
La legge sulla soglia di usura si basa sulla rilevazione del tasso medio attribuendo di fatto un potere di intervento alle banche. È un errore di impostazione?
C'è per cominciare un errore teorico, perché i tassi andrebbero confrontati per differenza e non per rapporto. Già la vecchia normativa calpestava questo principio, stabilendo che la soglia, cioè il massimo consentito, si ottenesse partendo dal tasso di interesse medio e aumentandolo della metà. Le modifiche successive non hanno eliminato questo problema.
Le modifiche del 2011 introducono il criterio "1/4 + 4 punti percentuali" e il limite del +8%. Hanno migliorato, anche se in parte, la situazione?
Hanno mitigato gli eccessi più gravi, fun-gendo da calmiere quando il tasso medio rilevato è superiore al 16% annuo, come per le carte di credito revolving. Ma hanno peggiorato la situazione per i tassi relativamente bassi, come per i mutui per la casa in particolare a tasso variabile. Con un tasso medio del 4%, con la vecchia normativa l'usura scattava dal 6% in su, ora solo sopra al 9%. In ogni caso resta il criterio del livello medio dei tassi applicati, che consente al sistema bancario italiano di alzare progressivamente i tassi senza limiti.
Come, ad esempio?
Prendiamo il caso di Intesa Sanpaolo: nel 2012 comunicò che a fronte degli scoperti di conto corrente, senza od oltre il fido, avrebbe applicato il tasso soglia del trimestre precedente diminuito del 2%. Quindi se per esempio il tasso medio sugli scoperti è il 16%, la soglia d'usura risulta al 22% e la banca applica il 20%. Ma se molte banche si comportano analogamente – e perché non dovrebbero farlo? – il tasso medio tende al 20%. Ciò eleva il tasso soglia al 28% e Intesa Sanpaolo applicherebbe il 26% e così via a salire, senza limiti.
Che forma dovrebbe avere la legge per garantire l'applicazione di tassi equi?
Il discorso ovviamente è complesso. Come indicazione direi che bisognerebbe tenere conto anche di altri tassi, quali l'euribor, quelli applicati dalla Banca Centrale Europea eccetera. L'euribor è ai minimi, vicino allo 0,20%, le banche ottengono soldi dalla Bce allo 0,25%, anche i rendimenti a breve dei titoli di stato sono scesi, eppure abbiamo tassi soglia per l'usura anche superiori al 24%. C'è qualcosa che non va, anzi che va troppo bene per le banche italiane.
IL CALCOLO DELLA SOGLIA DI USURA