Una settimana fa un promotore finanziario ha denunciato che la rete Sanpaolo Invest sta dando il benservito a quelli con meno di cinque milioni di euro di portafoglio, se non riescono a vendere altra roba ai propri clienti. La cosa ha suscitato parecchie reazioni, in genere di solidarietà, soprattutto sul sito di Bluerating, molto frequentato dagli operatori del settore che hanno esteso il discorso anche ad altre reti porta a porta.
Esso interessa però pure i risparmiatori, perché i commenti pubblicati forniscono uno spaccato delle pressioni subite dagli agenti a danno dei clienti. Si legge di un “servizio di consulenza evoluta che dà solo un macigno di costi al cliente”, di spinte per “riempire i clienti di contenitori assicurativi o finanziari con costi triplicati”, dell’alternativa fra “fare la fame dando un servizio al cliente o dargli lo stesso servizio ma con costi molto maggiori per sbarcare il lunario”. Si legge anche di strani prodotti wrapper, ovvero involucro, termine oscuro che fa pensare molto male
Al che verrebbe da credere che i venditori porta a porta siano più pericolosi per gli investitori di quelli allo sportello, in quanto ricattabili con la minaccia della revoca del mandato. In effetti anche nelle banche non mancano dipendenti che, pur senza correre rischi per il proprio posto di lavoro, hanno abbastanza pelo sullo stomaco da far trangugiare agli ignari clienti qualunque intruglio
Lo confermano gli istituti di credito falliti negli ultimi anni e in particolare Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che hanno rovesciato sui risparmiatori valanghe di azioni spazzatura. Per giunta, se i clienti bidonati hanno subito un danno, i bancari bidonisti hanno ricevuto un premio. Sono stati salvati dal fallimento e presi in carico da Banca Intesa esattamente come i loro colleghi onesti. “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto..., chi ha dato, ha dato, ha dato...”, è una canzone che vale anche a nord di Napoli