Articolo su Il Fatto Quotidiano del 21-1-2019 pag. 22
Il risparmio gestito è una ignobile gara, dove vince chi fa perdere più soldi ai propri malcapitati clienti. E i fondi immobiliari sono fra i meglio piazzati per arrivare primi. Per i risparmiatori sono stati un bagno di sangue e non si finisce mai di scoprirne disastri e magagne.
È recente il commissariamento da parte della Banca d’Italia per «gravi violazioni normative e irregolarità nell’amministrazione» di Sorgente, società di gestione del risparmio (sgr) specializzata appunto in tali fondi. Dal canto suo la Posta ha fatto una figuraccia col fondo Obelisco, il cui valore si è praticamente azzerato. Anche fondi partiti dopo il calo dei prezzi degli immobili, come Opportunità Italia di Torre sgr, hanno saputo distruggere ricchezza. Piazzato nel 2013 da Unicredit a 2.500 euro, enunciando il 5% annuo come obiettivo di rendimento (una vanteria con valenza solo pubblicitaria), è riuscito a fare perdere il 60%, inabissandosi fin sotto 1.000 euro. E qua ci fermiamo, unicamente per motivi di spazio.
Fin dall’inizio qualunque persona esperta di risparmio gestito capiva che i fondi immobiliari erano da evitare nella maniera più assoluta. Come al solito però i giornalisti economici si sono guardati bene dall’informarne i lettori. Già sono facili le malversazioni nei fondi mobiliari con titoli quotati, figuriamoci qui con acquisti e vendite senza nessuna trasparenza, al di fuori da ogni controllo da parte dei clienti del fondo. Infatti, appena quotati, i fondi immobiliari vengono scambiati regolarmente molto sotto le valutazioni ufficiali, perché il mercato dà per scontato che siano taroccate.
Sarebbe però un errore credere che tutte queste siano storie brutte, ma che riguardano il passato, come è il caso ad esempio dei diamanti. È vero che oggigiorno anche il più imbroglione fra i sedicenti consulenti finanziari avrebbe difficoltà a rifilare ai suoi clienti un fondo immobiliare. Ma essi continuano a essere onnipresenti nelle casse previdenziali dei lavoratori autonomi (Enasarco, Enpam, Enpap, Inarcassa ecc.). Milioni di italiani, solo perché iscritti a un ente previdenziale, si ritrovano con fondi immobiliari sul groppone senza averlo scelto, senza poterlo impedire e magari senza neppure sospettarlo. Ma ne hanno in pancia anche fondi pensione. Tutto ciò avviene nel rispetto della normativa, che è stata emanata proprio per favorire un sistematico deficit di trasparenza nella previdenza, integrativa e obbligatoria.
Beppe Scienza