Il professor Beppe Scienza, ombudsman dei risparmiatori italiani, spiega come è fallito il blitz sul Tfr. E chi ci guadagnerebbe dalla norma del governo
Perché il governo ha fatto marcia indietro all’ultimo sul silenzio-assenso per i fondi pensione? E cosa è successo allo strumento che dovrebbe aiutare i pensionati dopo il ritorno? Ma soprattutto: questo tipo di strumenti finanziari portano davvero ai risultati che promettono? Open ne ha parlato con il professor Beppe Scienza, docente del dipartimento di matematica dell’università di Torino e ombudsman dei risparmiatori italiani.
Professor Scienza, sembrava cosa fatta. Poi invece il nuovo semestre di silenzio-assenso per il TFR nei fondi pensione non è entrato nella legge di Bilancio 2025. Se l’aspettava?
Il dietrofront ha stupito molti, me compreso. Anche se col senno del poi qualche avvisaglia c’era stata.
Ma di cosa si tratta più precisamente?
Volevano ripetere lo schema del 2007, con tutti i lavoratori del settore privato costretti ad attivarsi per mantenere in azienda il Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Altrimenti, in assenza di esplicito rifiuto, di mese in mese esso finisce irrevocabilmente in un fondo pensione.