L’attuale governo non è intervenuto sulla previdenza integrativa, né tanto meno ha smontato la (pessima) normativa che la regola: il Decreto Legislativo n. 252/2005 e successive modifiche.
Va avanti, senza più intoppi, la procedura per gli indennizzi ad azionisti e obbligazionisti di Banca Etruria, Banca Marche, Veneto Banca, Popolare di Vicenza ecc.
Partiamo da una falsità riportata dal Sole 24 Ore “quanto ai fondi pensione si ricorda che essi hanno rendimenti molto più alti di quelli previsti da Inps” (29-6-2016, Plus24 pag. 13). Smonto quella e altre falsità simili
Tutto comincia con una furbata del governo Prodi a fine 2006, in vista del famigerato semestre di silenzio-assenso, studiato per spingere più persone possibile nei fondi pensione.
Il Sole 24 Ore ha scritto che "l'Italia è più rischiosa della Grecia", ma la realtà finanziaria è più complessa di come appare agli occhi dei giornalisti confindustriali.
Inps e fondi pensione. Alcuni credono che gli converrebbe non versare i contributi previdenziali all'Inps e impiegarli invece nella previdenza integrativa.
La nuova normativa per gli indennizzi ad azionisti e obbligazionisti delle banche "fallite" è peggiorativa per vari aspetti.
Da anni sindacati, imprenditori e giornalisti obbedienti ripetono alla nausea che per la previdenza integrativa il meglio sono i fondi negoziali. E' una frottola a causa dello spaventoso conflitto d'interessi in cui sono invischiati.
Falso che “polizze vita rendono fino al 4%”, semmai “hanno reso”, e nello stesso periodo buoni fruttiferi postali hanno reso fino il 12%, cosa tenuta nascosta dal Corriere.
Da alcuni anni i giornali decantano ”polizze che rendono più del 3%” e che “battono il mercato”. Tutte frottole. La sostanza sono danni per i vecchi clienti e illusioni per i nuovi.
Molti tengono parecchia liquidità sul conto. Per questo sono accusati di ignoranza, incompetenza e persino di essere socialmente dannosi. Invece è un comportamento non assurdo, dopo tutta l'immondizia rifilatagli da banche e c.d. consulenti.
Sulla stampa economica abbondano pretesi esperti, che prevedono per il 2019 una salita del prezzo dell’oro. Tutte ciance prive di qualsiasi attendibilità. Chi dispone di informazioni significative sull’andamento futuro dell’oro, come qualche governatore di banche centrali, non le spiffera certo ai quattro venti.
“Una decisione politica”, “una porcheria” e peggio: sono i giudizi apparsi in Rete sulla recente sentenza della Cassazione sui buoni fruttiferi postali. Niente di tutto questo. Al contrario: una sentenza giusta e, in quanto tale, prevedibile.
Può stupire, ma fu del tutto regolare la riduzione degli interessi del 1986 per i buoni fruttiferi postali in circolazione. Purtroppo molti risparmiatori sono stati trascinati in cause perse in partenza.